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Economia
Usa, fari accesi su Powell a Jackson Hole. Oltre ai tassi, attese strategie per il futuro dell’economia

Jerome Powell

Usa, fari accesi su Powell a Jackson Hole

Oggi, l'attenzione è tutta rivolta al discorso del Presidente della Fed, Jerome Powell, al Jackson Hole Economic Symposium. Le sue parole in passato hanno spesso scosso i mercati, e anche quest'anno le aspettative sono alte. Tuttavia, con l’attenzione puntata non tanto sui tagli di settembre, ormai dati per certi, quanto piuttosto sull’entità e sul percorso futuro della politica monetaria, Powell rischia di deludere le attese.

Un discorso troppo legato ai dati (data dependent) potrebbe lasciare l’amaro in bocca agli investitori, che sperano in una visione più chiara sul futuro. Nel frattempo, i mercati potrebbero subire ulteriori scossoni con la prossima trimestrale di Nvidia, la cui performance stellare (+150% da inizio anno) ha contribuito per circa 475 punti base all’aumento del 17,76% dell’S&P 500 (Apple, la seconda per contributo si ferma ad un +119 bp).

Il contesto USA: mercato del lavoro resiliente ma in rallentamento

Negli Stati Uniti, i PMI hanno mostrato segnali contrastanti: mentre il settore manifatturiero si indebolisce ulteriormente sotto quota 50, l'attività dei servizi rimane robusta a 55,2. Tuttavia, i dati sul lavoro pubblicati giovedì delineano un quadro occupazionale che, pur avendo perso un po' di smalto, rimane solido. Le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione sono aumentate leggermente a 232.000, ma continuano a essere tra i livelli più bassi delle ultime sei settimane.

Anche le richieste continuative sono in crescita, ma ancora al di sotto dei picchi di luglio. Questi dati suggeriscono che, sebbene il mercato del lavoro stia rallentando, non ci sono segnali di un deterioramento significativo.

Le imprese stanno adottando misure di prudenza, ma non si registra ancora un'ondata di licenziamenti di massa. L’aumento delle richieste continuative segnala che trovare un nuovo impiego è diventato più difficile, ma la robusta crescita della forza lavoro e degli stipendi indica che la domanda di lavoro non è ancora esaurita. I dati recenti sul mercato del lavoro, pur non preannunciando una recessione imminente, aumentano l'attenzione sul prossimo rapporto occupazionale di agosto.

Nel frattempo, i rendimenti obbligazionari statunitensi, in rialzo giovedì, hanno messo sotto pressione i mercati azionari. I commenti del Presidente della Fed di Kansas City, Schmid, che ha richiesto più dati economici prima di sostenere un taglio dei tassi, hanno alimentato il rialzo dei rendimenti. Tuttavia, il loro aumento è stato parzialmente contenuto dalle dichiarazioni più accomodanti del Presidente della Fed di Boston, Collin, che ha indicato l’inizio di un ciclo di tagli ai tassi in arrivo, pur sottolineando che il percorso sarà “graduale e metodico”.

Anche il Presidente della Fed di Filadelfia, Harker, ha espresso il suo sostegno a un possibile taglio dei tassi a settembre, se i dati lo giustificheranno.

Finanziario e immobiliare baciati dal taglio dei tassi. Banche Usa sofferenti rispetto alle europee

Prevale cautela sui mercati finanziari. Mentre le principali borse europee chiudono la giornata in positivo, Wall Street, dopo un breve rialzo iniziale, piomba in territorio negativo, chiudendo non lontano dai minimi di sessione. Nonostante queste dinamiche contrastanti, il focus degli investitori sembra convergere sui settori finanziario e immobiliare.

Il comparto Real Estate trova supporto nei tagli ai tassi ormai dati per certi e nella sua recente sottoperformance, che attira gli acquisti. Per quanto riguarda il settore bancario, sebbene i possibili tagli ai tassi potrebbero ridurre i margini di interesse, la politica monetaria espansiva offre un sostegno per evitare una recessione e mantenere stabile la concessione del credito. Da notare, inoltre, la marcata sottoperformance delle banche americane rispetto a quelle europee negli ultimi sei mesi, con l'indice XLF (settore finanziario USA) che ha sottoperformato rispetto all'EXV1 (bancario europeo) di circa 9 punti percentuali.

Ma procediamo con ordine. Ieri, i mercati sono stati messi alla prova dai dati macroeconomici, che hanno fornito indicazioni cruciali sullo stato di salute dell’economia. Nell'area euro, i PMI Flash di agosto hanno mostrato segnali contrastanti: l'indice composito è salito a 51,2, superando le attese di 50,1 e il dato di luglio pari a 50,2. Questa crescita è stata alimentata dal settore dei servizi, mentre il manifatturiero ha registrato un lieve calo a 45,6, confermandosi in territorio recessivo. Pertanto, il quadro generale rimane invariato, con un settore manifatturiero in sofferenza e un settore dei servizi in espansione.

Tuttavia, è interessante notare che l'intero incremento dei PMI sia maggiormente dovuto alla Francia, dove l'indice dei servizi è salito di ben cinque punti, contribuendo significativamente alla performance dell'area euro, visto il peso che paese rappresenta sul valore complessivo. Senza questo boost francese, legato in parte anche agli effetti dei Giochi Olimpici, l'economia europea avrebbe mostrato meno dinamismo, specialmente considerando la debolezza persistente in Germania, dove l'attività economica è in contrazione per il secondo mese consecutivo.

Un aiuto inaspettato per la BCE: salari in calo, soprattutto in Germania

Sul fronte europeo, in attesa del dato salariale più importante per la BCE, il compenso per dipendente, che verrà pubblicata il 6 settembre, la BCE riceve un inaspettato aiuto dai dati sui salari. Nel secondo trimestre, si è registrato un calo significativo dei salari negoziati nell'area euro, che nel primo trimestre erano aumentati del 3,55%, rispetto al 4,72% precedente. Questo calo, particolarmente pronunciato in Germania, fornisce un sollievo temporaneo alla BCE e aumenta la possibilità di un taglio dei tassi già a settembre.

*Italian Market Analyst at eToro






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