Economia
Usa, i rialzi di Wall Street allontanano la crisi. Ma per gli analisti i veri guai devono ancora arrivare
Un “filotto” consecutivo e positivo di ben 8 sedute basterà? Intanto preoccupano i deboli dati sull'occupazione...
Usa, a sorpresa l'economia americana allontana i fantasmi della crisi
15 giorni fa il mercato azionario giapponese crollava (il peggior calo da 37 anni) trascinando in un lunedì nero tutti i mercati mondiali. La vera paura era che l’economia americana stesse per rallentare trascinando direttamente o indirettamente le economie mondiali. Ma la scienza economica non sempre risponde a concetti matematici e le sorprese sono sempre dietro l’angolo.
Un esempio di questa volubilità è stata Wall Street che ha fatto cambiare il vento di crisi. Otto sessioni di fila rialziste hanno ridato ottimismo a tutto il Paese. Un “filotto” positivo, così come non si vedeva da ben due decenni. La serie di rialzi ha spinto l’S&P al 6,8%, il miglior rally dall’ottobre 2022, lo S&P500 (l’indice delle società top americane) è passato in pochi giorni da un crollo dell’8% a una serie positiva che l’ha portato a quasi il massimo storico.
Usa, gli americani continuano a spendere a "piene mani"
Ma perché tutto questo è avvenuto in questo modo e con questa velocità? Innanzitutto gli americani hanno continuato a spendere incuranti dell’inflazione. La cartina di tornasole è il gigante dei supermercati Wallmart, che ha migliorato le previsioni con risultati record. Poi le vendite al dettaglio, aumentate dell'1% a luglio.
Tra gli acquisti più gettonati: veicoli, elettrodomestici, prodotti elettronici, negozi di giardinaggio e ferramenta, ristoranti. Segnali di un’economia che sta funzionando e su cui i consumatori credono. Tutti, o quasi tutti, sono fiduciosi, anche se la disoccupazione a luglio è leggermente aumentata toccando il 4,3%. Un dato auspicato da tantissimi paesi ma un po’ preoccupante per la macchina da posti di lavoro americana.
Usa, molte le voci positive con qualche eccezione
Tra le tante voci positive anche qualche pessimista. "Il rischio di un rallentamento più pronunciato negli Stati Uniti, guidato dai deboli dati sull'occupazione di luglio, non è scomparso" sostiene un report della svizzera UBS. E ING Research lo conferma ulteriormente “Non crediamo che il rischio di un'altra correzione sia scomparso. Gli eventi di due settimane fa hanno dimostrato quanto fragile e nervosa sia la situazione. Per ora, i dati macroeconomici statunitensi migliori del previsto, l’idea di un atterraggio morbido e i probabili tagli dei tassi della Fed hanno stabilizzato i mercati, ma ciò non offre alcuna garanzia contro correzioni future. Non dobbiamo dimenticare che potrebbe esserci più di un test di realtà per l’intelligenza artificiale”.
Detto questo tutti gli occhi sono puntati sulla prossima riunione annuale della Fed a Jackson Hole (Wyoming). La maggior parte degli analisti aspetta un forte segnale dalla Fed di Jerome Powell. Il 60% di questi è convinto, secondo Bank of America, che la Fed farà quattro o più tagli nei prossimi 12 mesi. E questo potrebbe anche “influenzare” i messaggi della battaglia elettorale tra Kamala Harris e Donald Trump.