Usa via dal Wto. Trump studia il coup de theatre
Pur restando il 1° importatore al mondo, negli ultimi 25 anni gli Usa hanno incrementato l’export in molti settori. Una rottura peserebbe su grandi corporation
In compenso un produttore come l’italo-francese Stmicroelectronics vedrebbe potenzialmente a rischio non più del 13% del proprio fatturato, che già oggi per il 28% viene generato in Europa e Medio Oriente e per ben il 59% in Asia. Insomma: attaccare il Wto e minacciare dazi a tutto il mondo può essere uno straordinario mezzo per ottenere visibilità mediatica e accattivarsi le simpatie dell’elettorato proponendo ricette “pop” all’apparenza molto semplici e di sicuro effetto.
Ma le relazioni sviluppatesi a livello mondiale nell’ultimo quarto di secolo rendono estremamente difficile e con un bilancio costi/benefici estremamente incerto provare a mettere in pratica queste minacce. Col rischio, sullo sfondo, che se davvero si andasse allo scontro finale l’elenco dei danni supererebbe ampiamente quello dei benefici per tutte le parti in gioco.
Luca Spoldi