Economia

Virus Cina, l'epidemia pesa sui mercati.Piazza Affari lima le perdite. Moda ko

I timori per il contagio del coronavirus in Cina con ripercussioni sul Capodanno cinese, periodo tradizionale di grande shopping, hanno incoraggiato le vendite su tutti i mercati e soprattutto su quelli asiatici. Le Borse europee, ad ogni modo, hanno chiuso sopra i minimi toccati in mattinata, beneficiando sia della tenuta di Wall Street, con gli indici solo in lieve ribasso rispetto ai massimi storici, sia delle parole del presidente americano, Donald Trump, che ha parlato di un boom economico americano senza precedenti e di un possibile grande accordo commerciale tra Usa ed Europa. Milano ha terminato le contrattazioni in ribasso dello 0,65%, con lo spread salito a 162 punti.

A Piazza Affari, come nel resto d'Europa, l'allarme sul coronavirus ha incoraggiato le vendite sulle societa' del lusso, le piu' esposte in Cina. Moncler ha accusato una delle performance peggiori del Ftse Mib, in calo del 2,2%. Sul finale ha arginato le perdite allo 0,77% Ferragamo. Per contro sono andate in controtendenza alcune banche, come Banco Bpm (+2,38%) e Bper (+1,27%), mentre il mercato si interroga se un processo di consolidamento del settore sia all'orizzonte. Hanno fatto bene anche le Recordati (+0,8%), beneficiando della buona impostazione di tutti i farmaceutici europei, considerati titoli difensivi. Fuori dal paniere principale, Mps e' volata del 10%.

Sul fronte dei cambi, l'euro oscilla attorno alla soglia di 1,11 nei confronti del biglietto verde: passa di mano a 1,1099 dollari (da 1,1081 ieri in chiusura). Vale inoltre 121,95 (da 122,08), mentre il dollaro/yen si attesta a 109,90 (da 110,161). Le vendite si fanno sentire anche sul petrolio: il Wti, contratto con consegna a marzo, cede lo 0,6% attestandosi a 58,41 dollari al barile. Le Borse europee hanno aperto le contrattazioni in deciso calo, sulla scia delle chiusure in rosso dei mercati asiatici che hanno patito la prospettiva che la Cina sia di nuovo colpita da un'epidemia come avvenne nel 2003 con la Sars. Pur escludendo gli scenari peggiori, le notizie sul diffondersi del coronavirus a detta degli investitori potrebbero compromettere la stagione dello shopping in Cina in questo importante periodo festivo, a pochi giorni dall'ingresso nell'anno del Topo, il prossimo 25 gennaio.

Per altro, sottolineano gli esperti, la chiusura dell'anno lunare incoraggia i grandi fondi asiatici a chiudere le posizioni e portare a casa i guadagni degli ultimi mesi. Come se non bastasse, in Asia ha provocato un piccolo terremoto la decisione dell''agenzia Moody's che ha declassato a Aa3 il rating del credito di Hong Kong a seguito delle proteste popolari e della crescente influenza delle autorita' di Pechino sulle istituzioni della citta'. Sul finale i listini del Vecchio Continente hanno ridotto i danni registrati nella prima parte della seduta, beneficiando delle parole del presidente americano che a Davos ha parlato di un boom economico senza precedenti degli States e di numeri macro 'grandiosi', a dispetto delle mosse della Fed che 'ha alzato i tassi troppo presto e poi li ha di nuovo abbassati troppo tardi'.

Trump, oltre a sminuire la prospettiva di un disastro ambientale legato ai cambiamenti climatici, ha preannunciato un grande accordo commerciale con l'Europa. In un'intervista al Wall Street Journal, pero', Trump ha anche puntualizzato che se non verra' raggiunta un'intesa con la presidente della Commissione europea, Ursula von Der Layen, 'imporro' dei dazi' sulle auto. Sullo sfondo rimane intanto anche l'attesa per le indicazioni che giovedi' emergeranno al termine del consiglio direttivo della Banca centrale europea, fissato giovedi'.

A Piazza Affari hanno tentato di rialzare la testa alcune banche, mentre tra gli investitori si sta diffondendo la convinzione che la maggior parte degli istituti non abbiano ancora beneficiato dell'abbassamento dello spread, tornato praticamente sui livelli di inizio 2018. In piu' sul mercato si fa largo l'ipotesi che possano aprirsi a breve le danze di un consolidamento tra gli istituti di medie dimensioni. Cosi' le Banco Bpm (+2,38%) hanno vantato la performance migliore. Hanno fatto bene anche le Bper (+1,27%), mentre hanno battuto la fiacca le Ubi (-0,3%). Se Unicredit ha guadagnato lo 0,57%, Intesa Sanpaolo ha perso lo 0,63%. Mediobanca, dopo piu' giornate di cali, ha recuperato lo 0,29%.