Economia
Vivere di rendita, i segreti degli analisti finanziari
Alla base di tutto la pianificazione del risparmio e la diversificazione del rischio
Vivere di rendita è il sogno di tutti. Qualche volta capita grazie ad una buona eredità, ad una vincita inaspettata, ad un colpo in Borsa a ad un’idea di business che esplode. I soldi guadagnati vengono investiti in azioni, imprese o immobili e da lì nasce una ricca rendita che permette di vivere senza preoccupazioni. Tutto questo molto spesso però è solo un bellissimo sogno.
Fortunatamente però, secondo molti esperti, anche senza colpi di fortuna, si puo’ raggiungere lo stesso l’obiettivo con qualche semplice accorgimento: un corretto risparmio, tempo e diversificazione.
Il segreto indicato dai professionisti dell’investimento per poter vivere in serenità parte dal risparmio, un risparmio serio e regolare.
Per vivere di rendita è necessario prima di tutto risparmiare preventivamente per costituire un patrimonio che, dovrebbe avere in un prossimo futuro la qualifica di “non necessario” per spese correnti, alloggio, figli istruzione , salute.
Il quanto risparmiare dipende dalle possibilità e dalle esigenze finanziarie di ogni persona, ogni somma è buona ma chiaramente più alto è il risparmio più alto sarà il rendimento.
Costituito negli anni il risparmio molto spesso le persone si indirizzano verso l’investimento immobiliare, il classico “mattone che non dovrebbe tradire mai”. Tradizionalmente in Europa questo investimento significa affitti periodici nella città e affitti stagionali in quelle di vacanza. Tuttavia, oggi la casa è piuttosto costosa(ed in Italia lo è ancora di più) e richiede tempo a fronte di un rendimento lordo medio (tasse escluse) del 3% o 4%.
Lasciando l’immobiliare un altro spazio di investimento è nelle azioni di aziende che però non sempre distribuiscono dividendi, mentre il reddito fisso (altra opportunità) ha poco margine di rendimento e i depositi o conti redditizi non esistono praticamente più.
Secondo alcuni analisti l’alternativa più diversificata possibile è di assumere posizioni in tre fondi di investimento (ad accumulo) indicizzati (perché più economici in termini di commissioni), i cui pesi (più o meno del 15%, 20%, 40% ) sono determinati dal fabbisogno di liquidità di ciascuna persona.
Il primo di questi tre fondi è legato al mercato monetario che darebbe stabilità al patrimonio; il secondo dovrebbe concentrarsi sul reddito fisso globale, dal quale si potrebbe ottenere un rendimento sufficiente almeno a coprire l'inflazione e il terzo dei fondi deve essere necessariamente global equity, poiché mediamente si potrebbe ottenere un rendimento tra l'8% e il 10% nel medio o lungo termine. Insieme si potrebbe così ottenere una rendita intorno al 5%.
Un altro osservatore economico, Almudena Mendaza, responsabile delle vendite di Generali Investments Iberia, sostiene che i fondi di accumulazione giocano con l'interesse composto: i profitti realizzati vengono reinvestiti e si ottengono rendimenti maggiori nel medio e lungo termine, essendo il partecipante chi decide quando riavere i propri soldi.
Nei fondi di distribuzione, dividendo o reddito, il sottoscrittore riceve un reddito trimestrale, semestrale o annuale da dividendi, interessi maturati o anche dalla vendita di parte delle azioni.
Il range di rendimento di questo fondo è molto ampio: dallo 0,5% garantito all'1%, 1,5% fino a oltre il 6% o 7% nei casi non assicurati.
Questi fondi hanno il vantaggio del reddito periodico e lo svantaggio della tassazione. Ogni anno dovranno essere pagate le tasse sui redditi ottenuti, siano esse richieste o meno, mentre nei fondi ad accumulazione l'onere fiscale compare solo se questi fondi sono resi effettivi.
Ma senza assumersi rischi, dall’inglese no risk no money, senza collocare almeno il 15% del patrimonio risparmiato in attività a reddito variabile, non sarà possibile ottenere un rendimento del 5% nel medio e lungo termine, che è il livello minimo per poter vivere di rendita.
La migliore operazione per questo investimento minimo, che potrebbe essere più lungo se si dilatasse il periodo di attesa per avere entrate ricorrenti, sarebbe quello di distribuirle tra fondi con focus equity globale e obbligazionario (titoli privati di società solvibili, con buoni rating e sempre denominati in euro).
Hernán Cortés, direttore di Olea Gestión, è convinto che chi vuole vivere di reddito in futuro deve prima risparmiare e poi seguire una strategia di investimento che prevede non solo la conservazione del capitale, ma anche ottenere, un rendimento annuo del 5% per un minimo di tre/cinque anni.
E’ importante, secondo quasi tutti gli analisti finanziari, diversificare ed evitare di collocare, come invece molti investitori fanno, il 100% del proprio patrimonio in Borsa o il 100% a reddito fisso o il 100% nel mercato immobiliare.
Questa diversificazione deve superare i filtri di rischio e la durata (minimo di tre anni) prima di affrontare le diverse alternative: azioni europee, americane, globali, fondi ad alto rendimento, debito emergente.
Ed allora su quali scommettere?
Tra i migliori : fondi di investimento ad accumulazione, fondi multi-asset misti e dinamici per investitori con un profilo di rischio moderato. Sono fondi che hanno tutto: dal reddito fisso privato e pubblico, debito dei paesi emergenti, singole azioni di paesi o settori, immobili, oro, materie prime.
Una soluzione che, probabilmente, permetterebbe di vivere di rendita anche in tempi di pandemia.