Economia

Volkswagen, è l'Europa il centro della frode. "Ma quale Das Auto". L'intervista

L'EUROPA AL CENTRO DELLA FRODE - C'è di mezzo anche il mercato europeo. Quello più importante per Volkswagen perché comprende la Germania. Il coinvolgimento dell'Europa è inevitabilmente suggerito dalla matematica: Vw vende negli Usa poco più di 500 mila veicoli all'anno. Il software che dopava i risultati è stato inserito nei primi modelli a partire dal 2009. Se anche tutte le auto vendute in Usa fossero state truccate, al conto mancherebbero la metà degli 11 milioni che la stessa casa di Wolfsburg ha ammesso ieri, con un comunicato ufficiale, di aver taroccato negli ultimi cinque anni. Ma non è così. Perché l'Epa, l'ente di controllo statunitense, afferma di aver calcolato in 482 mila le auto tedesche truccate. Dunque gli altri 10,5 milioni di vetture con il software truffaldino sono " worldwide", come scrive il comunicato ufficiale. Lo scandalo Volkswagen è mondiale.

di Andrea Deugeni
twitter11@andreadeugeni

Lo scandalo dei motori diesel truccati in America delle auto Volkswagen configura una grave violazione delle pratiche di corporate social responsability (Csr), vero?
"Direi di sì. Facendo un'analisi a più livelli, come prima cosa, si configura una violazione della normativa ambientale americana. Le indagini sono infatti dell'US Environmental Protection Agency che  è il Ministero dell'Ambiente statunitense. Un livello base che viene prima della Csr. E' chiaro poi che il caso richiama anche un tema di Csr".

Perché?
"Perché ovviamente la violazione ha a che fare con il ruolo dell'impresa nella società e con la tutela degli interessi della stessa come l'ambiente, l'interesse generale, ecc... Siamo di fronte a un comportamento non responsabile. Oltre alla sanzione di tipo normativo, il problema grosso per il gruppo tedesco è l'impatto sul capitale reputazionale dell'impresa,  un'azienda che è stata sempre vista come un esempio internazionale di eccellenza. C'è un rapporto di fiducia che si instaura con i portatori di interessi o stakeholder, le comunità e i clienti che viene intaccato. Andiamo al di là del semplice rispetto della normativa, l'impatto di lungo termine dello scandalo è fortemente negativo".

Non solo dal punto di vista contabile, quindi...
"Esatto. C'è anche un problema di reputazione, di impatto sul brand e di fiducia. Fattori che sono fondamentali su tutti i mercati. Si è aperto un vaso di Pandora, direi. Dopo gli Stati Uniti,  anche l'Europa e acuni Stati del Sud Est Asiatico come la Corea del Sud vogliono fare le proprie verifiche. Il danno va al di là dei 6,5 miliardi accantonati dall'azienda per far fronte alla multa che le verrà comminata. C'è una perdita di valore delle azioni e un impatto sul capitale sociale dell'impresa che ovviamente avrà dei risvolti anche dal punto di vista monetario. Ma non è soltanto questo, ripeto. C'è una relazione di fiducia che viene intaccata".

Rischia di essere messa a repentaglio anche l'operatività stessa dell'azienda?
"Tutto dipenderà dalla capacità di risposta della Volkswagen, ma dobbiamo tener conto che stiamo parlando di un leader sul mercato internazionale. Non credo, dunque, che si corra questo rischio. Però e chiaro che l'accaduto ha un impatto significativo sul principale punto di forza del gruppo che è la qualità tedesca. Pensiamo solamente al claim della pubblicità della Volkswagen in Italia".

Das Auto?
"Esatto, Volkswagen 'E' l'Auto' che poi però non si è rivelata così sicura dal punto di vista ambientale e così rispondente alle esigenze di innovazione e di massima tutela degli interessi pubblici di lungo periodo. E ciò apre un problema molto significativo".

A pag. 77 del proprio bilancio di sostenibilità  (vedi sopra) della casa automobilistica, però, il management esibisce la promozione di progetti di tutela dell'ambiente. Siamo di fronte a un tipico caso di greewashing di una multinazionale?
"Certo, il termine tecnico greenwashing si usa proprio per politiche che affermano più di quello che alla fine si porta avanti all'interno dell'organizzazione. Qui andiamo oltre. La Volkswagen non rispettava addirittura la normativa e non soltanto il semplice prendere effettivamente in considerazione il ruolo dell'impresa nella società. Questa crisi ci deve far riflettere sull'impatto e l'importanza strategica della Csr".

E cioè?
"Se ragioniamo in termini strategici,  intendiamo cioè la Csr come un approccio strategico alla gestione d'impresa, è chiaro che nel caso Volkswagen siamo di fronte veramente a un tema che ha a che fare con il successo duraturo dell'impresa nel lungo periodo. Se le scelte di Csr non diventeranno degli effettivi driver strategici, la società si troverà sempre più spesso ad affrontare crisi di questo tipo. E' necessario evolvere verso modelli di produzione consumo più avanzati".