Economia

Volkswagen, chiusure non solo in Germania. L'allarme: "A rischio 3 fabbriche italiane. Risvolti drammatici per centinaia di lavoratori"

di Franco Pasqualetti

Lodi (Fiom): "Potrebbe esser messo in ginocchio l'intero comparto dell'automotive, con ricadute pesantissime nel nostro Paese specialmente per la componentistica"

Volkswagen, la chiusura degli impianti mette in allarme l'Italia. Samuele Lodi (Fiom): "A rischio anche la componentistica italiana. Servono ammortizzatori sociali europei"

"Lo avevamo previsto subito dopo agosto, il settore dell'automotive in Italia era a rischio, ora siamo in allarme rosso". Samuele Lodi, della segreteria nazionale Fiom non si nasconde e lancia l'Sos dopo l'annuncio della chiusura degli stabilimenti Volkswagen: "Ci sono realtà più piccole che fanno parte dell'indotto delle grandi aziende che rischiano di esser messe in ginocchio".

Samuele Lodi, la chiusura degli stabilmenti Volkswagen rischia di innescare una crisi senza precedenti?

"Assolutamente sì. Abbiamo dei dati che sono letteralmente allarmanti per l'intero comparto auto e che ora rischiano di ricadere pesantemente sul nostro Paese".

In che senso?

"Gli stabilimenti di produzione che chiudono sono il vertice di una piramide fatta di piccole e medie imprese che si occupano della componentistica specializzata. Parlo di decine di aziende che lavorano per le grandi case automobilistiche e che vedranno il crollo degli ordini e quindi un destino segnato e fatto di chiusure e licenziamenti".

L'impatto delle chiusure Volkswagen, in Italia che ricaduta potrà avere?

"Secondo le nostre informazioni parliamo di tre stabilimenti almeno a cui poi come detto vanno aggiunte le correlate esterne all'azienda. A questo va aggiunto un taglio dei salari del 10%, quando noi chiedevamo addirittura un incremento dell'8%. Un vero disastro".

Si poteva evitare tutto questo?

"Noi da mesi lanciamo l'allarme e nessuno o quasi ci ha voluto ascoltare, ora ci troviamo di fronte a questo problema enorme e il rischio è che possa generare un effetto domino su altre case madri".

Ad esempio?

"Beh, rimanendo nel gruppo tedesco penso a due gioielli un tempo italiani che hanno il cuore pulsante in Emilia come la Ducati e la Lamborghini. La Volkswagen può essere un pericoloso volano per l'intero comparto auto. Serve un piano forte di contrasto per previnere un allarme sociale. Servono ammortizzatori sociali ma non solo a livello Italia ma proprio europei, non possiamo permetterci di farci trovare impreparati".

Dalla sua esperienza la transizione green può esser stata un tassello negativo che sta portando più danni che benefici?

"La tanto famigerata data del 2035 doveva rappresentare un'opportunità di crescita per tutti i lavoratori, parlando di formazione, sviluppo e professionalità. Spostare l'asticella in avanti non è la soluzione ma l'inizio di una nuova crisi. Di sicuro la scelta di Volkswagen può esser il famoso tappo di una vasca che rischia di svuotarsi totalmente, specialmente se i rivali sono i big asiatici con la Cina in testa".

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