Spettacoli
Frente a Guernica, la recensione di Affari. Un viaggio tra arte e disumanità
La pellicola dei registi Gianikian e Ricci Lucchi ad ogni fotogramma apre delle porte su nuovi mondi, spesso inediti, feroci e a tratti magici
Soltanto il genio di Yervant Gianikian poteva arrivare tanto lontano e così in alto, lontano perché si parte dalla guerra civile spagnola del 1936, lontano perché racconta e fa rivivere storie di donne, bambini, uomini talmente sepolte che nell’attimo in cui ci sorprendono sullo schermo si rimane incantati, stregati, catturati. Il lavoro di Yervant è andato tanto in alto, ha raggiunto delle vette d’arte irraggiungibili da chiunque, perché è tale la maestria, l’invenzione e la poesia che non ci può essere un suo clone. Del resto l’autore insieme ad Angela Ricci Lucchi di film straordinari, e in cima alle classifiche dei film più importanti del secolo stilata dal New York times, come “Dal Polo all’Equatore,” o come “Pays Barbare”, soltanto per citare due colonne portanti del loro lavoro, Yervant e Angela non potevano che superare se stessi con quest’ultima sbalorditiva e magica creazione: FRENTE A GUERNICA (VERSIONE INTEGRALE.)
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Tanti i fotogrammi che andrebbero descritti, raccontati, un solo loro fotogramma ricavato dalla tecnica della camera analitica da loro ideata, vale più di tante fictions messe insieme e sparse per il mondo. Guardando il film, con un inizio esplosivo che in un solo fotogramma racconta tre anni di feroce pandemia, un pipistrello e una scimmia che sembrano quasi giocare, e che ‘gioco’ mortale ne è derivato da quell’incrocio? Tra l’altro Gianikian e Ricci Lucchi sono stati precursori e visionari anche in questo, quel fotogramma è del 1987. Molti anni prima che scoppiasse la pandemia. Ma i poeti si sa sono magici e visionari, come ben hanno scritto Rimbaud e Novalis.
Non voglio raccontarvi il film, qui non è possibile, perché qualsiasi racconto di “Frente a GUERNICA VERSIONE INTEGRALE) SAREBBE RIDUTTIVO E PERSINO OFFENSIVO, MA VI INVITO TUTTI E DICO PROPRIO TUTTI A vederlo perché dopo la visione si migliora, ci si sente nonostante la ferocia della guerra civile spagnola, e la distruzione di Guernica, e la disperazione di madri e figli, e soldati… dopo la visione del film si capisce meglio da che parte stare, questo film insegna, educa le coscienze a stare sempre e per sempre dalla parte dell’UMANITA’. E’ un film contro la disumanità, è un capolavoro, ripeto, che racconta ognuno di noi, le nostre fragilità, la sottomissione politica e sociale che tutti possiamo subire da che riveste ruoli di potere e comando politico, e questo vale per tutti i tempi.