Spettacoli

Hollywood, 12 società audiovisive italiane all'American Film Market

Dom Serafini

L'Italia audiovisiva torna a guardare all'estero

Hollywood. É noto che l'industria audiovisiva italiana non ha bisogno di esportare le sue produzioni, visto che i costi sono per la maggior parte coperti dallo stato italiano ed, in alcuni casi, anche dal Vaticano. Sorprende quindi che ben 12 societá audiovisive italiane quest'anno partecipino alla fiera dell'American Film Market (AFM), mentre nessuna era presente alla scorsa edizione. L'AFM, oggi alla sua 38ma edizione, si svolge come al solito a Santa Monica, ad ovest di Los Angeles, e vi partecipano oltre 300 espositori provenienti da 70 paesi. Fino a pochi anni fa, il 70% degli espositori proveniva da paesi anglofoni (per la maggior parte Usa, Gb, Canada ed Australia), oggi questa porzione si é ridotta al 55%.

La fiera é anche cambiata in termini di risultati. Mentre negli anni passati si trattava principalmente di un mercato di compravendite di diritti cinematografici, lentamente si é trasformata in una fiera per diritti televisivi di varie piattaforme. Oggi é soprattutto un mercato per ricercare fondi per le produzioni, tanto che é sovraffollata di film commission (che offrono vari sussidi per le produzioni realizzate nei loro territori) e finanziatori di deficit (gap financing).

Durante l'edizione del 2016, dei complessivi 1.000 film messi in vendita, ne sono stati venduti solo 50. Negli otto giorni della fiera, iniziata il primo novembre, le 12 societá italiane utilizzano due stanze dell'albergo Loews (sede della manifestazione), coordinate dall' Istituto per il Commercio Estero (ora chiamato ITA) di Los Angeles, e sono anche promosse dalla rivista settoriale italiana "Cinema&Video" che per la prima volta partecipa alla fiera con un numero speciale. Nella foto in alto compaiono i rappresentanti di alcune delle societá espositrici.