Molestie, accuse contro Woody Allen, Colin Firth: mai più in suoi film
La reazione dopo l'ultima ondata di accuse per molestie sessuali partite dalla figlia adottiva Dylan Farrow
Colin Firth ha dichiarato che non intende più lavorare con il regista Woody Allen, investito dall'ultima ondata di accuse per molestie sessuali partite dalla figlia adottiva Dylan Farrow. La donna ha riesumato accuse contro il regista secondo le quali l'avrebbe molestata sessualmente nel 1992, quando aveva sette anni, chiedendo al mondo finalmente di crederle.
Due giorni fa Farrow ha rilasciato un'intervista televisiva puntando il dito contro l'82enne, il quale ha risposto ieri, sostenendo che la famiglia della sua ex compagna Mia Farrow strumentaliza "cinicamente" il movimento contro le molestie sessuali a Hollywood per ripetere accuse "screditate". Il primo a reagire all'intervista a Dylan Farrow è stato Colin Firth, il quale ha detto al Guardian: "Non lavorerò più con lui". Firth è stato il protagonista di "Magic in Moonlight" del 2014, con Emma Stone. Il film fu girato prima che Dylan Farrow dettagliasse le sue accuse in un blog del New York Times nel 2014.
Le accuse di Dylan Farrow si sviluppano nel contesto di una lunga lite familiare, iniziata quando Allen si separò dall'attrice Mia Farrow per la figlia adottiva arrivata da un precedente matrimonio, l'allora 21enne Soon-Yi Previn. Allen, quattro volte premio Oscar e insignito di tantissimi premi in Europa, ha sempre negato le accuse contro di lui, che non sono mai state provate. Continua ad avere una ricca carriera e resta sposato a Soon-Yi.
Ma l'ultima ondata di accuse, che entra nella corrente anti-molestie che ha travolto per primo il produttore Harvey Weinstein, ha dato nuova energia anche alle rivendicazioni di Farrow. Nelle ultime settimane attrici come Greta Gerwig, Rebecca Hall, Ellen Page e Mira Sorvino hanno annunciato di non voler lavorare con Allen. Anche Natalie Portman ha detto a Oprah Winfrey di credere a Farrow.