Renato Caruso racconta ad Affaritaliani il nuovo disco "Pitagora pensaci tu"
È uscito venerdì 11 maggio nei negozi tradizionali, in digital download e su tutte le piattaforme streaming “PITAGORA PENSACI TU”, il nuovo disco solo guitar del chitarrista e compositore calabrese RENATO CARUSO.
Pubblicato da iCompany e distribuito da Self, “PITAGORA PENSACI TU” racchiude 11 composizioni inedite e 2 cover (“Quando” di Pino Daniele e “Tears in heaven” di Eric Clapton) in cui, attraverso la sua chitarra, Renato Caruso esprime la sua personalità e il suo universo musicale a 360 gradi, sperimentando con versatilità ed ecletticità nuovi orizzonti artistici.
Questa la tracklist dell’album (prodotto da Simone Coen): “Aladin Samba”, “Flatlandia”, “Pittrice del sottosuolo”, “Antonio’s choro”, “Napoli caput mundi”, “Quando”, “Bossa de Sheila”, “Passeggiando per New York”, “Pitagora pensaci tu”, “Caro mio Jobim”, “Reggae lake”, “Tears in heaven” e “Ciao Roland”.
«In PITAGORA PENSACI TU sono presenti delle composizioni che chiamo piccole colonne sonore perché mi portano alla mente, quasi come in un film, ricordi, sensazioni, persone e luoghi – racconta Renato Caruso – Infatti, con ognuno di questi brani ho voluto attraversare, come in lungo viaggio immaginario nella musica, luoghi diversi che vanno da Parigi al Brasile, da Napoli a Milano. Così la bossa nova si mescola alle ballate classiche, la chitarra al pianoforte, le percussioni a una celesta. Nella valigia di questo lungo viaggio ho cercato di mettere tutto ciò che sono, ma se qualcosa ho dimenticato…Pitagora, pensaci tu».
Renato Caruso è un chitarrista e compositore. Suona dall’età̀ di 6 anni, pianoforte e chitarra sono i suoi primi strumenti. Ha lavorato cinque anni presso l’accademia musicale di Ron, “Una Città Per Cantare”, come docente di chitarra classica, acustica ed elettrica, teoria e solfeggio, informatica musicale e responsabile web; per tre anni come responsabile didattica per l’Associazione Arteviva di Cornaredo; come web designer di interfacce per cartoline digitali per Prosincro (Mario Venuti, Mannarino, Virginio e altri). Renato Caruso si è esibito con Ron, i Dik Dik, Red Ronnie, Fabio Concato; ha organizzato stage per Biagio Antonacci e Ornella Vanoni; è stato consulente musicale Mediaset per la trasmissione “Caduta Libera” di Gerry Scotti su Canale 5. Nel 2015 ha pubblicato il suo primo libro “LA MI RE MI”, edito da Europa Edizioni, dedicato a Pino Daniele, un breve saggio-discorso sulla musica in cui l’autore esplora alcune questioni fondamentali: dal mezzo fisico di propagazione del suono alla qualità materiale degli strumenti, dalla diversità̀ delle culture musicali all’intreccio innovativo con le tecnologie informatiche. Nell’estate 2017 ha aperto la tappa calabrese del tour di Alex Britti. Attualmente Renato Caruso lavora presso diverse accademie come docente di chitarra classica, acustica, T&S, informatica musicale e sta lavorando alla pubblicazione di un nuovo libro. Il chitarrista crotonese è inoltre l’inventore di un nuovo genere musicale, “Fujabocla”, che mescola vari stili musicali tra cui il funk, il jazz, la bossa nova e la classica. Renato Caruso è anche compositore e chitarrista per diversi artisti come Ylenia Lucisano, Pietro Baffa, Mara Bosisio e Adolfo Durante.
ALADIN SAMBA
Il brano che apre questo mio nuovo progetto discografico è nato dopo aver mangiato in un ristorante siriano a Milano. C’era una musica in sottofondo, che mi è rimasta impressa fino a casa e che mi ha ispirato questa sorta di “Samba Orientale”. Ho poi unito questo mondo a quello brasiliano della bossa nova, che mi ha influenzato da sempre, dando vita ad una contaminazione originale e particolare.
FLATLANDIA
La seconda traccia del disco è un brano ispirato dal libro di Edwin Abbott del 1884, Flatlandia: racconto fantastico a più dimensioni, che narra la vita di un abitante di un ipotetico universo bidimensionale che entra in contatto con un universo tridimensionale. È un racconto molto popolare tra gli studenti di matematica e più in generale tra gli studenti di facoltà scientifiche, perché affronta da un punto di vista molto originale il concetto di un mondo a più dimensioni, argomenti che da sempre mi affascinano essendo io un esperto informatico. Così come è difficile attribuire a Flatlandia un genere ben preciso poiché in esso convivono diversi elementi letterari, allo stesso modo anche questo brano è difficile da definire perché è un mix di stili e influenze diversi che vanno dal classico al funk.
PITTRICE DEL SOTTOSUOLO
Amo i valzer e avevo da tempo nel cassetto il sogno di realizzare un brano che richiamasse queste sonorità. Infatti in questa composizione è molto presente l’uso della fisarmonica: uno strumento d’amore, nostalgia e passione. Proprio il più dolce dei sentimenti è stato l’ispirazione di questa terza traccia, che ho scritto immaginando il fascino romantico di Parigi, suonando dentro una stanza buia, dopo aver ascoltato alcuni brani di Astor Piazzolla.
ANTONIO’S CHORO
Il Choro è un termine portoghese che indica la struttura portante della musica strumentale tradizionale brasiliana, nato intorno al 1870, quando i suonatori di musica popolare di Rio de Janeiro cominciarono ad eseguire, in forma “brasilianizzata” e con forte influenza dei ritmi di origine africana, il repertorio di danze europee che erano in voga allora. Antonio, invece, è un amico storico, e ho voluto dedicargli questo brano perché ci accomuna la chitarra classica e i famosi Choro di Heitor Villa-Lobos studiati in conservatorio.
NAPOLI CAPUT MUNDI
Napoli per me è musica perché la melodia e la canzone così come le intendiamo oggi nascono a Napoli. In questo brano, in quattro stili diversi e utilizzando la stessa melodia voglio ricordare le diverse sfaccettature dell’uomo mediterraneo, che a volte è malinconico, a volte è sorridente, a volte è buffo, a volte è serio.
QUANDO
Quando è una canzone scritta dal mio “Maestro Nascosto” Pino Daniele. Chi suona la chitarra classica o acustica non può non amare Pino, così in questo mio nuovo progetto discografico non poteva mancare un omaggio all’artista che più ho amato e che più ha influenzato il mio percorso artistico.
BOSSA DE SHEILA
La settimana traccia del disco è una piccola composizione nata in campagna, in Calabria, dove trascorro solitamente le vacanze estive. La bossa, la samba, i ritmi latini fanno parte di me e suonerei tutto in chiave bossa!
PASSEGGIANDO PER NEW YORK
Guardando un documentario su New York e ascoltando Tchaikovsky mi sono imbattuto in questo semplice giro di accordi con una melodia che mi risuonava in testa da tempo. Come strumento avrei preferito un glockenspiel, strumento usato da Tchaikovsky in diversi brani, ma alla fine ho optato per una celesta e il risultato finale è simile a quello che avevo in mente all’inizio.
PITAGORA PENSACI TU
Questo è il brano che ha dato il nome disco. L’ho scritto quasi dieci anni fa pensando alla figura di Pitagora, che ha vissuto a Crotone, la città dove sono nato. Pitagora era un filosofo e matematico, ma pochi sanno che era anche un musicista e che lui ha fatto anche i primi esperimenti sulle frequenze con il suo monocordo. In questo pezzo è molto presente la tromba e me lo immagino quasi come una colonna sonora di un film. La dimensione delle soundtrack è un mondo che mi affascina da sempre e spero in futuro di realizzare musiche per qualche pellicola.
CARO MIO JOBIM
Rimanendo sempre legato al mondo latino e della samba, ho voluto omaggiare con questo brano, dalla leggera influenza pop nel ritornello, Antonio Carlos Jobim, il re della bossanova e uno dei padri del genere insieme a Gilberto Gil, il poeta Vinicius De Moraes e tanti altri.
REGGAE LAKE
La nascita di questo pezzo è piuttosto buffa: ascoltando Greg Lake, chitarrista di Emerson, Lake & Palmer, presi la chitarra e venne fuori un piccolo reggae, ma andando avanti il brano si è trasformato ed è rimasto poco o niente dell’idea originale. Tuttavia, ho mantenuto il titolo originale, per non dimenticare le circostanze piuttosto fortuite che hanno portato alla scrittura di questo brano.
TEARS IN HEAVEN
È un brano storico di Eric Clapton, legato purtroppo alla vicenda molto triste che lo coinvolge e che tutti conosciamo. La mano di Eric credo che sia la più dolce che abbia mai sentito e questo è uno dei pezzi che suono spesso ai miei concerti.
CIAO ROLAND
La traccia finale dell’album è un omaggio a Roland Dyens, chitarrista e compositore classico tra i più apprezzati al mondo, che ci ha lasciati anche fin troppo giovane lo scorso anno. La sua musica va dalla classica al jazz, dal funk al reggae, da Frank Zappa a Edith Piaf. Un artista versatile che ha esplorato con la sua chitarra il linguaggio della musica a 360 gradi.