The Bodyguard, Ettore Bassi: "Portiamo le emozioni di Kostner e Withney Houston in teatro"
Ettore Bassi, da "The Bodyguard il musical" alla seconda serie de "La porta rossa". L'intervista
“Portiamo una versione di Bodyguard sfavillante e spettacolare, ma che ricalca perfettamente la storia del film. Questo è quello che il pubblico si aspetta, perché si ricorda e si è emozionato con quella storia, con quel film. Con quello che Whitney Houston e Kevin Kostner hanno portato sullo schermo. E noi riportiamo le stesse emozioni in teatro”. Ettore Bassi racconta ai microfoni di Affaritaliani.it "Bodyguard, il musical" – in scena al Sistina di Roma sino al 3 dicembre.
A 25 anni di distanza dall’uscita del film e a 5 anni dalla scomparsa dell’indimenticabile Whitney Houston, la storia approda a teatro.
“E’ una versione romantica, potentissima dal punto di vista emozionale, con canzoni meravigliose, cantante in inglese – in lingua originale, esattamente com’erano nel film – e in più con una grande messa in scena, un balletto... Tutta una serie di cose che fanno di questo spettacolo sicuramente un grande successo”, sottolinea Ettore Bassi.
Vestirai i panni di Frank Farmer: cosa hai preso dalla storica interpretazione di Kevin Kostner e cosa ci sarà di Ettore Bassi nel ruolo del celebre Bodyguard?
"Non è che ho potuto o dovuto prendere molto. Nel senso che lui è lui ed è naturalmente un riferimento immenso. Mi sono rifatto un po’ a questo senso di protezione che il personaggio esprimeva e a questo senso di solitudine - se vogliamo - di ombrosità, lacerata al suo interno da qualche profonda ferita. Ho cercato di portare queste cose sul palco. Ho rivisto il film, mi sono focalizzato particolarmente sul personaggio di Franck Farmer. Cercando di capire quale potesse essere un po’ il fuoco che il personaggio portava con sé. E ho lavorato per portarlo sul palco. Di mio probabilmente c’è un po’ un senso di ‘silenzio’, di voler guardare e ascoltare prima di esprimersi e agire. Di mettersi un po’ alla finestra per capire le cose prima di muoversi".
Dal teatro alla televisione. In questi anni ti abbiamo visto protagonista in serie tv poliziesche (La porta rossa) o nella fiction di Rai 1 su Boris Giuliano. Cosa ti è rimasto e cosa ti porti dentro di ruoli non semplici come quelli del magistrato Antonio Piras e, soprattutto, del poliziotto Tonino De Luca?
"Dei miei ruoli precedenti mi porto dentro sicuramente l’esperienza vissuta sul set e l’incontro con determinati caratteri che questi personaggi portavano con sé. Approfondirli, avvicinarli e guardarli con una consapevolezza diversa naturalmente ti dà la possibilità di arricchirti e di conoscere meglio le sfumature dell’animo umano. Per cui sicuramente da ogni esperienza e da ogni personaggio fatto mi porto a casa un arricchimento in più e un piccolo mattoncino di consapevolezza in più
Dopo Bodyguard quali saranno i tuoi prossimi impegni?
"La seconda serie de 'La porta rossa' che inizieremo a girare in primavera, il mio monologo sul 'Sindaco pescatore' – una storia di Angelo Vassallo da portare nei teatri, con cui faremo anche le scuole. Ho abbastanza materiale da mettere in cantiere da qui alla fine dell’estate"