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Ucraina, FI sfida la Lega e rilancia sull'esercito europeo: "Progetto essenziale per una vera pace a cui non rinunceremo"

Il tema è assenza nella risoluzione del Cdx in vista del Consiglio Ue. Parla Nevi, portavoce nazionale di Forza Italia

Di Alberto Maggi

Nevi ad Affaritaliani.it: "Se continuiamo ad avere 27 eserciti nazionali siamo meno forti che con un solo esercito composto da militari di 27 nazioni"


"Certamente quella è la prospettiva alla quale dobbiamo guardare nel medio-lungo periodo per costruire una vera difesa comune europea, che ovviamente non si può fare in pochi giorni". Raffaele Nevi, portavoce nazionale di Forza Italia e vice-capogruppo alla Camera, intervistato da Affaritaliani.it, rilancia l'idea di un esercito comune dell'Unione europea nonostante il tema non sia oggi all'ordine del giorno e non sia menzionato nella risoluzione di maggioranza che verrà votata dopo il discorso in Parlamento della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo di giovedì e venerdì-

"Serve la volontà politica di costruire una difesa comune e molto impegno dal punto di vista tecnico e pratico. Se ne parla da molto tempo, da molti anni. In Europa e in Italia abbiamo una organizzazione militare prettamente nazionale e quindi, ripeto, si tratta di una prospettiva di medio-lungo periodo, servono quindi anni, ma sarebbe la vera integrazione della difesa comune europea. Ricordo che era il sogno di Berlusconi, ma anche di Schuman e di De Gasperi e di molti altri europeisti convinti. Se ne parla fin dalla nascita della CECA, la Comunità Economica del Carbone e dell'Acciaio. E' una prospettiva alla quale come Forza Italia e come Partito Popolare Europeo vogliamo tendere e andare. Se continuiamo ad avere 27 eserciti nazionali siamo meno forti che con un solo esercito composto da militari di 27 nazioni. Il punto è che oggettivamente è un progetto ambizioso ma al quale certamente non rinunceremo", conclude Nevi.

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