Esteri

A Gaza l’ultima piaga è la poliomielite: pericolo diffusione oltre la Palestina

di M. Alessandra Filippi 

Senza un cessate il fuoco e una campagna vaccinale massiccia, decine di migliaia di bambini palestinesi sono esposti e l’epidemia rischia di diffondersi anche oltre la Striscia

A Gaza l’ultima piaga è la Poliomelite

Come nelle bibliche piaghe d’Egitto, a Gaza non bastano le bombe, la distruzione di ogni centimetro quadrato, la carneficina di civili, soprattutto donne e bambini, lunga dieci mesi, la fame, la moria del bestiame, la sterilizzazione delle terre coltivate, la devastazione psicologica di chi sopravvive che lascerà un segno indelebile nelle generazioni a venire. Non basta vivere nei liquami e nell’immondizia; fra insetti le cui punture, complice il caldo, scatenano ulcere purulente; fra continue evacuazioni nel corso delle quali è certo ti perderai qualcosa del nulla che possiedi, e forse anche qualcuno del manipolo di familiari che ti restano. Non basta addormentarsi senza sapere se vedrai l’alba, e svegliarsi ignorando se riuscirai ad arrivare al tramonto. Vivere o morire.

C’è davvero differenza nell’inferno di Gaza? Uno Stige di sangue scorre nel cretto osceno della Striscia. Lì, intrappolati come topi, oltre due milioni di civili cercano scampo dal fuoco incrociato, che piove dal cielo e da terra. Un dedalo di strade monche, edifici cariati, vicoli ciechi, nature mozze, fra le quali, da qualche giorno, serpeggia una nuova temibile piaga: la poliomielite. Che la situazione sanitaria si fosse aggravata si sapeva, tuttavia questa è una ulteriore emergenza dalle conseguenze devastanti; in potenza può determinare un numero di morti superiore a quello causato dalle bombe. È stato il ministero della Salute di Gaza a darne notizia.

“A causa della devastante offensiva militare di Israele, nella Striscia si sta diffondendo un'epidemia di poliomielite”, aggiungendo che “è necessario un intervento immediato per porre fine all'aggressione e trovare soluzioni radicali alla mancanza di acqua potabile e di igiene personale, alla distruzione delle reti idriche e fognarie, e alla rimozione di tonnellate di spazzatura e rifiuti solidi”. In una successiva dichiarazione su Telegram, definendo l’epidemia una “battuta d’arresto per il programma globale di eradicazione della poliomielite”, ha inoltre precisato che la situazione rappresenta una minaccia non solo per la salute dei residenti di Gaza ma anche dei paesi limitrofi. Un portavoce dell'OMS, ad Al Jazeera, ha dichiarato che “è necessario un cessate il fuoco immediato per garantire che i vaccini raggiungano i bambini e impedire che il virus si diffonda”.

Hind Khoudary, corrispondente a Gaza di Al-Jazeera, in un servizio da Deir-al Balah ha detto che "Questo è solo l'inizio dell'ondata di malattie che la Striscia di Gaza dovrà affrontare. I palestinesi vivono in tende improvvisate senza bagni, senza accesso all'acqua, ai servizi igienici. Le fogne sono ovunque". Anche il sistema di gestione dei rifiuti solidi è collassato. L’ultimo rapporto stilato a giugno da The United Nations Development Programme, riporta che “Non c'è accesso alle principali discariche e i rifiuti si accumulano in oltre 140 siti di scarico temporanei, il che causa gravi rischi per la salute e l'ambiente. Dal 7 ottobre sono stati registrati quasi 1 milione di casi di infezioni respiratorie acute, 575.000 casi di diarrea acuta e oltre 100.000 casi di ittero”.

La dottoressa di Medici Senza Frontiere, Tanya Haj-Hassan, medico di terapia intensiva pediatrica, in un'intervista andata in onda su Al Jazeera all'inizio di luglio, ha detto che la presenza della poliomielite nelle acque reflue è una bomba a orologeria. “In un simile contesto, tutti dovrebbero venire vaccinati, non solo i bambini. In situazioni normali, quando viene identificato un caso di poliomielite, la persona viene messa in isolamento, ci si assicura che nessun altro, oltre al paziente infetto, usi il suo bagno, e che non si trovino nelle immediate vicinanze altre persone. Qui a Gaza è impossibile attuare anche una sola di queste semplici precauzioni”.

Fin dall’inizio di luglio il ministero della Salute di Gaza, in coordinamento l’UNICEF, aveva rilevato la "componente poliovirus di tipo 2" in campioni di liquami, acque reflue "che si raccolgono e scorrono tra le tende degli sfollati". La scorsa settimana, l'ONU ha riferito che oltre al rilevamento del virus della poliomielite, c'è stato un aumento diffuso di casi di epatite A, dissenteria e gastroenterite. Per impedire che i bambini vengano infettati, ha inoltre garantito che invierà a Gaza oltre un milione di vaccini antipolio da somministrare nelle prossime settimane.

La poliomielite, che si diffonde principalmente per via oro-fecale, attraverso l’ingestione di acqua o cibi contaminati, e tramite la saliva e le goccioline emesse con i colpi di tosse e gli starnuti da soggetti ammalati o portatori sani, è un virus altamente contagioso che può invadere il sistema nervoso e causare paralisi. Grazie alle massicce campagne di vaccinazione promosse nel mondo, dal 1988 i casi di poliomielite sono diminuiti del 99%.

E gli sforzi per sradicarla ovunque sono incessanti. È chiaro a molti che soltanto un cessate il fuoco può scongiurare il pericolo del dilagare dell’epidemia e garantire che i vaccini raggiungano tutta la popolazione e gli operatori sanitari e umanitari presenti nella Striscia. Senza, il virus si diffonderà, soprattutto fra i piccoli sotto i cinque anni, con conseguenze catastrofiche. E mentre i bambini di Gaza attendono “un sostegno salvavita” per sfuggire alla piaga della Polio, e la crisi umanitaria e sanitaria si aggrava, l'esercito israeliano, che a sua volta ha verificato e constatato la presenza del virus, ha fatto sapere che inizierà la campagna di vaccinazione antipolio per i suoi soldati a Gaza.