Esteri
Arabia Saudita: esplosione in una moschea, 30 morti. Isis rivendica

La moschea sciita di Kudeih, nell’est dell’Arabia Saudita, è stata scossa da un attentato kamikaze mentre oltre un centinaio di fedeli si trovavano in preghiera. Almeno 20 le vittime, 50 i feriti. La televisione degli Hezbollah libanesi, al-Manar, ha trasmesso immagini di corpi in pozze di sangue, tra vetri e detriti sparsi sul pavimento, mentre arrivava ferma la condanna degli stessi Hezbollah, che accusano i sauditi. Al momento non sono pervenute rivendicazioni. Ma, dopo ore dall’attacco, l’Isis ha rivendicato l’attentato suicida. L’annuncio è stato diffuso da uno degli account Twitter che affermano di rappresentare l’Isis. Non è possibile verificare l’autenticità della rivendicazione. Con un comunicato online i miliziani hanno indicato nome e cognome dell’attentatore suicida, identificato come Abu Amer al-Najdi, pubblicando anche una sua foto. I jihadisti hanno promesso «altri giorni bui» per gli sciiti finché non «saranno cacciati dalla Penisola Arabica».
La moschea dell’Imam Ali di Kudeih si trova nella provincia orientale di Qatif, cuore della minoranza sciita, che da tempo lamenta di essere marginalizzata nel Paese custode della tradizione sunnita. Di recente, la polizia saudita ha smantellato una presunta cellula legata allo Stato islamico, sospettata di pianificare attacchi per esasperare le tensioni tra le due comunità nella regione orientale. Lo scorso novembre, sette persone, tra cui bambini, sono state uccise nel corso di una commemorazione religiosa. Se confermato la matrice terroristica, si tratterebbe del primo caso in Arabia Saudita. Riad è impegnata a guidare una coalizione di Paesi sunniti nella campagna di bombardamenti contro la ribellione sciita degli Houthi nel vicino Yemen. Ugualmente, partecipa alla coalizione internazionale a guida Usa contro l’Isis.