Esteri
Biden in Arabia Saudita dal macellaio di Khashoggi: "ciao ciao" diritti umani
Quattro giorni tra Arabia Saudita e Israele, tecnicamente privi di relazioni diplomatiche ma con rapporti clandestini
Biden vola in Israele e Arabia Saudita, un tour pieno di insidie
È una missione densa di appuntamenti, non priva di potenziali trappole e di polemiche già annunciate, quella che attende il presidente americano Joe Biden che domani arriverà in Israele, per poi recarsi nei territori palestinesi, prima di volare venerdì in Arabia Saudita.
Quattro giorni tra due Paesi nemici-amici, tecnicamente privi di relazioni diplomatiche ma con rapporti clandestini che si sono andati rafforzando negli ultimi anni, e un acerrimo nemico in comune - l'Iran - a cementificarne gli interessi reciproci.
E proprio la scelta delle tappe, così come le recenti voci di un lavoro diplomatico in corso su una serie di questioni che coinvolgono i due Paesi, hanno alimentato le speranze che da questa visita possano scaturire dei progressi verso una normalizzazione dei rapporti tra lo Stato ebraico e il Regno wahabita. A gettare acqua sul fuoco tuttavia ci ha pensato il consigliere per la Sicurezza nazionale americano Jake Sullivan che ha sottolineato come l'amministrazione Usa punti in questa direzione ma si tratti di "un processo lungo".
Il volo diretto che porterà Biden da Tel Aviv a Gedda sarà, per stessa ammissione del capo della Casa Bianca, un "piccolo simbolo" del miglioramento dei rapporti tra Israele e i Paesi arabi della regione, dopo la storica firma degli Accordi di Abramo due anni fa con Emirati e Bahrein, i quali hanno fatto da apripista. "E mostra il tipo di promesse che una maggiore integrazione potrebbe portare", ha aggiunto Sullivan, definendolo "un passo significativo e insolito", ma senza sbilanciarsi oltre.
L'obiettivo del viaggio, per il presidente americano che in patria non gode di un momento facile, è duplice. L'invasione russa dell'Ucraina e le conseguenti sanzioni contro Mosca hanno rimesso al centro dell'agenda internazionale la "sicurezza energetica", e per estensione l'importanza dei rapporti con un "partner strategico" come Riad con il quale però è necessario "riequilibrare i rapporti".
Il capo della Casa Bianca punta a un aumento della produzione petrolifera da parte dell'Arabia saudita nel tentativo di raffreddare i prezzi e l'inflazione negli Usa, prima delle elezioni di medio termine per il rinnovo del Congresso, in cui il partito democratico rischia una batosta.
Ma non solo. La missione in Medio Oriente è più in generale il "culmine di mesi di diplomazia" volti a dimostrare "il ritorno della leadership americana", una prospettiva più ampia che include nell'equazione anche la sfida lanciata all'America di Biden dall'aggressivo espansionismo russo e la minaccia posta dall'Iran.