Esteri

Cina, il Covid danneggia la reputazione (non in Italia). Trump peggio di Xi

Il nostro paese in una condizione particolare anche a causa dei nuovi legami per Belt and Road e Via della Seta sanitaria

E' salita ai massimi storici l'opinione negativa nei confronti della Cina fra i 14 Paesi delle maggiori economie avanzate, secondo l'ultima rilevazione del think tank statunitense Pew Research Center. L'indagine, diffusa oggi, rileva che la reputazione peggiore della Cina è manifestata in Giappone, dove incontra lo sfavore dell'86% degli intervistati; seguono Svezia (85%) e Australia (81%). Il giudizio più benevolo è invece espresso in Italia dove "solo" il 62% ha una cattiva opinione della Cina. E non a caso, visto tutto quello che è accaduto negli scorsi mesi sull'asse Roma-Pechino, dalla firma del memorandum of understanding sulla Belt and Road (e nonostante le visita di Mike Pompeo, di cui abbiamo diffusamente parlato nei giorni scorsi).

Nella media complessiva, la valutazione negativa risulta nel 73% degli intervistati. Significativo è il mutamento di opinioni determinato dalla pandemia di Covid-19, che ha inciso soprattutto in alcuni Paesi: ha fatto schizzare la quota di australiani ostili alla Cina del 24%, mentre nel Regno Unito la crescita è stata di 19 punti fino al 74% e negli Stati Uniti di 13 punti toccando l'attuale 73% di sfavorevoli (come l'Olanda). Ma tornando all'Italia, la quota di giudizi negativi è salita di appena il 5%. Ma a incidere c'è anche la grande campagna retorica di Trump (e delle forze "amiche" in vari paesi occidentali, compreso l'Italia) che come sappiamo ha definito il coronavirus un "virus cinese".

La gestione della pandemia

La Cina ha gestito malamente la pandemia di Covid-19, secondo il sondaggio. Nonostante in realtà all'interno del paese la situazione è ormai ampiamente sotto controllo. Il 61% complessivo degli intervistati esprime un giudizio negativo sulla risposta della Repubblica Popolare Cinese alla diffusione del coronavirus, che si propagò da Wuhan alla provincia dello Hubei. Fa eccezione l'Italia, il solo tra i 14 Paesi in cui il giudizio negativo si mantiene sia pure di un filo sotto la metà degli intervistati, al 49%, facendo prevalere col 51% i giudizi positivi. I più severi in assoluto sono i Paesi asiatici, il Giappone e la Corea del Sud, che bocciano la Cina col 79%, seguiti dagli intervistati australiani (73%) e danesi (72%); la classifica dei giudizi negativi vede quindi al 65% la Svezia e al 64% gli Usa, al 61% il Canada e al 60% il Regno Unito. 

La fiducia per Xi Jinping

La pandemia di Covid-19 ha affondato ai minimi storici il livello di fiducia dell'opinione pubblica nei confronti del leader cinese Xi Jinping. Nella media complessiva, il 78% degli oltre 14 mila soggetti intervistati dichiara di non avere fiducia in Xi Jinping, con un balzo notevole di giudizi negativi tra il 2019 e il 2020. Anche in Italia, più benevola nel suo giudizio sulla Cina rispetto ad altri Paesi, il livello di sfiducia verso il presidente cinese è schizzato al 75% dal 54% di un anno prima. 

Il peggioramento di fiducia verso Xi ha accusato il balzo maggiore negli Stati Uniti con un +27% e in Australia con un +25% tra il 2019 e la rilevazione del 2020. Se si guarda invece ai Paesi in cui la sfiducia nei confronti del leader cinese è maggiore, tiene la testa della classifica il Giappone con l'84%, seguito dalla Corea del Sud con l'83%, da Svezia e Danimarca con l'82%, dalla Francia con l'80%. Seguono Australia (79%), Germania (78%), Stati Uniti (77%), Regno Unito (76%), Italia e Spagna (75%), Canada (74%), Belgio (75%) e Olanda (70%).

Trump peggio di Xi

Paragonato ad altri leader politici mondiali, Xi è battuto per livello di sfiducia soltanto dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump (83% degli intervistati). Terzo si piazza il presidente della Russia, Vladimir Putin (73%). All'opposto, il leader che raccoglie i maggiori consensi nei 14 Paesi è la cancelliera tedesca Angela Merkel col 76% della fiducia; segue il presidente francese Emmanuel Macron con il 64%; terzo con il 48% il premier britannico Boris Johnson (per cui la quota di chi non gli esprime fiducia e' tuttavia assai vicina con un 46%).