Esteri
Cina, siccità e crisi energetica minacciano le catene di approvvigionamento
Il cambiamento climatico minaccia il futuro dell'economia e dell'approvvigionamento energetico cinesi. Con conseguenze globali
La siccità rallenta la produzione industriale in Cina
La strategia zero Covid, la questione immobiliare, l'impatto sulle catene di approvvigionamento della guerra in Ucraina non bastavano. No, l'economia cinese e mondiale si trovano ora a dover affrontare un nuovo spettro, che questa volta ha le sembianze di una prolungata ondata di caldo nella parte meridionale della Repubblica Popolare Cinese che sta causando una lunga siccità che ha prosciugato le riserve d'acqua e ha scatenato incendi nelle foreste, costringendo le autorità a estendere le restrizioni sull'energia nel tentativo di sostenere le forniture.
Quest'anno, con meno del 40% delle precipitazioni medie annuali che affluiscono nel bacino idrografico a monte del fiume Yangtze, dall'inizio di agosto i bacini idroelettrici della provincia sono scesi alla metà dei loro livelli normali, riducendo la capacità di generazione di oltre il 50%. Questo ha costretto a tagliare l'elettricità alle imprese e alle famiglie in tutta la provincia del Sichuan, che conta 84 milioni di abitanti, con conseguenze di vasta portata che si sono estese anche alla municipalità della megalopoli di Chongqing.
Il Sichuan è infatti il più grande produttore di energia rinnovabile della Cina e quanto sta accadendo sta provocando una crisi energetica e costringendo tra le altre cose il governo cinese a compiere qualche passo indietro sul fronte della transizione energetica, riesumando per l'ennesima volta il vecchio e odiato carbone. Nel 2021 le centrali a carbone rappresentavano il 56% del consumo totale di energia elettrica mentre le autorizzazioni per nuovi impianti sono aumentate quest'anno, apparentemente in contrasto con la politica del governo di ridurre l'uso del carbone come parte dell'obiettivo di raggiungere il picco delle emissioni di carbonio entro il 2030.
L'impatto soprattutto sui produttori di auto
I giganti mondiali dell'auto Tesla Inc. e SAIC Motor Corp. sono tra coloro che hanno subito l'impatto, con i dirigenti che hanno detto al governo di Shanghai che potrebbero avere difficoltà a mantenere la produzione nei loro impianti nel centro finanziario cinese se la crisi energetica nel Sichuan continuerà ad avere un impatto sui fornitori. Produttori come Volkswagen, Toyota e Foxconn hanno sospeso le attività nel Sichuan, una provincia sudoccidentale di 84 milioni di abitanti e un centro critico per l'estrazione del litio e la produzione di pannelli solari.
Il colosso di Elon Musk, Tesla, ha chiesto l'aiuto del governo di Shanghai per garantire che i suoi fornitori nel Sichuan ricevessero energia sufficiente per mantenere le operazioni. I proprietari di veicoli elettrici della regione si sono anche lamentati della chiusura delle stazioni di ricarica. Tesla è particolarmente esposta, visto che nel 2021 ha registrato circa il 26% delle vendite proprio in Cina. Inoltre, lo stabilimento Tesla di Shanghai è l'impianto di assemblaggio più produttivo dell'azienda. La siccità potrebbe avere ripercussioni anche su General Motors. Ma una riduzione dell'offerta di componenti avrebbe ripercussioni su quasi tutti i produttori di auto, negli ultimi anni già colpiti dalle conseguenze del Covid-19 e dalla carenza di semiconduttori.