Esteri
Coronavirus. "Gran Bretagna rischia 260mila morti", Johnson cambia strategia
L'allarme dell'Imperial College e il consiglio di distanziamento sociale per rallentare la diffusione del virus
Il lokcdown del Regno Unito, con gradazioni diverse, potrebbe durare almeno 18 mesi. E’ l’avvertimento contenuto nell'ultimo studio degli scienziati del team di risposta al Covid-19 istituito presso l’Imperial College e le cui valutazioni sono tenute in considerazione da Londra per delineare le sue politiche di contrasto al nuovo coronavirus. Proprio l’allarme dell’Imperial College sul fatto che senza drastiche misure restrittive, in Gran Bretagna avrebbero potuto morire 260 mila persone ha fatto cambiare linea al premier Boris Johnson, con la clamorosa retromarcia rispetto alla precedente strategia che mirava all’immunità di gregge. Con le nuove regole, spiegano gli scienziati dell’Imperial College, le previsioni sui decessi nel Paese sono scese a meno di 20 mila, a patto però che le persone rispettino il distanziamento sociale per rallentare la diffusione del virus. Cosa che per ora è solo consigliata e non imposta dal governo, tra le polemiche di esperti ed opinione pubblica.
E’ chiaro che il precedente approccio di Londra, ha sottolineato il professor Neil Ferguson - tra gli autori dello studio - avrebbe portato a “un numero enorme di morti”. La ricerca, inoltre, avverte che gli ospedali saranno inondati di pazienti, al di là delle misure che verranno prese dalla politica, e che un forte picco dei contagi sarà inevitabile. Secondo gli scienziati dell’Imperial College, la popolazione potrebbe dover convivere con questo radicale cambio di abitudini fino a parte del 2021, finché non verrà trovato un vaccino.
Intanto, il governo sta preparando un imponente pacchetto di aiuti per sostenere l’economia, che potrebbe essere annunciato oggi dal cancelliere dello Scacchiere, Rishi Sunak. Secondo alcuni esperti, Londra dovrà immettere nell’economia una cifra senza precedenti come 450 miliardi di sterline per evitare fallimenti di imprese e l’impoverimento dei lavoratori.