Esteri
Coronavirus: Oms nuovo terreno di scontro tra Usa, Cina e... Taiwan
Il direttore della WHO attacca Taipei e la politicizzazione della pandemia. Tsai replica. Organizzazioni internazionali al centro della contesa geopolitica
La pandemia di Covid-19 è ormai una questione anche politica, in particolare tra la Cina e gli Stati Uniti, ma che coinvolge ora anche il direttore dell'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, e Taiwan. Tedros, invitando tutti a lasciare da parte lo scontro e concentrarsi sulla lotta contro la pandemia, aveva denunciato in conferenza stampa "un attacco arrivato tre mesi fa da Taiwan" con l'Oms e la sua gestione dell'emergenza. "Taiwan e il suo ministero degli Affari Esteri erano a conoscenza di questa campagna. Non si sono dissociati da essa. Tra tutti questi insulti e calunnie, hanno persino iniziato a criticare me, ma non mi importa", ha aggiunto.
LA CINA SI SCHIERA CON L'OMS, CONTRO TAIWAN E LA POLITICIZZAZIONE DELLA PANDEMIA
La Cina si oppone alla "politicizzazione o stigmatizzazione" della pandemia di coronavirus e condanna gli attacchi personali e gli insulti razzisti contro il direttore generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanita', Tedros Adhanom Ghebreyesus, di cui egli stesso ha dichiarato di essere stato vittima negli scorsi mesi citando un coinvolgimento di Taiwan, e che Taipei ha smentito come "senza fondamento". Tedros aveva formulato l'accusa in risposta a una domanda sugli attacchi all'Oms per la gestione della pandemia. La Cina, ha dichiarato il portavoce del Ministero degli Esteri di Pechino, Zhao Lijian, "sostiene l'Oms nel continuare a giocare un ruolo guida nella cooperazione globale anti-pandemia". Il portavoce ha poi accusato la leadership di Taiwan di avere messo in atto una "spericolata manipolazione politica" e ha ribadito l'opposizione cinese alla partecipazione all'Oms di Taiwan, che Pechino considera una provincia ribelle.
LA REPLICA DI TAIWAN ALLE ACCUSE DELL'OMS
La denuncia ha innescato la rabbia di Taipei, che le ha definite accuse "prive di fondamento". "Il nostro Paese non ha mai incitato la popolazione a lanciare attacchi personali contro di lui o a fare commenti razzisti", ha dichiarato ai giornalisti Joanne Ou, portavoce del ministero degli Esteri. E ha preteso le sue scuse per la diffamazione. In un post su Facebook, il presidente Tsai Ing-wen ha invitato Tedros a recarsi a Taiwan per imparare dalla sua gestione dell'epidemia, sfidandolo a "resistere alla pressione della Cina".
Sul tema è intervenuta anche la presidente di Taiwan, Tsai Ing-wen: "Mi oppongo con forza alle accuse secondo cui Taiwan diffonde messaggi razzisti in ambito internazionale. Taiwan si è sempre opposta ad ogni forma di discriminazione. Per anni siamo stati esclusi dalle organizzazioni internazionali e sappiamo meglio di chiunque altro cosa voglia dire essere discriminati e isolati. Colgo questa occasione per invitare il direttore generale dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus a visitare Taiwan e a sperimentare come il popolo di Taiwan continui ad aprirsi al mondo e a contribuire alla società internazionale, nonostante le discriminazioni e l’isolamento.Il personale medico e i volontari di Taiwan sono impegnati senza sosta in ogni parte del mondo, persino in Etiopia, patria del direttore Tedros Adhanom Ghebreyesus. I cittadini taiwanesi non distinguono le persone in base al colore della pelle o alla lingua che parlano: tutti sono nostri fratelli e sorelle. Taiwan non ha mai permesso che la mancata adesione alle organizzazioni internazionali diminuisse il proprio supporto alla comunità internazionale".
"Taiwan si è impegnata da subito a contenere la diffusione del COVID-19 e i risultati raggiunti sono stati notati da tutto il mondo" prosegue Tsai. "Nonostante l’esclusione dall’OMS per colpa di macchinazioni politiche, ci siamo fatti carico delle nostre responsabilità come membri della comunità internazionale e abbiamo fornito spontaneamente mascherine e altro materiale medico al personale sanitario delle nazioni più gravemente colpite dall’epidemia. #TaiwanCanHelp e lo spirito di #TaiwanIsHelping, non è mai stato influenzato da nazionalità o appartenenza etnica.La libertà, la democrazia, la diversità, la tolleranza sono valori fondamentali per i taiwanesi. Non tolleriamo l’uso delle accuse razziste contro chi la pensa diversamente da noi. Se il direttore Tedros Adhanom Ghebreyesus riuscisse a svincolarsi dalle pressioni cinesi e a mettere piede in suolo taiwanese, potrebbe vedere il nostro impegno nella prevenzione dell’epidemia e capire che in realtà è il popolo taiwanese a ricevere un trattamento ingiusto. Credo che l’OMS sarà completa solo con l’inclusione di Taiwan al suo interno".
SIISCI: "OMS NUOVO TERRENO DELLA SFIDA GLOBALE USA-CINA"
Con l'accusa all'Oms di aver "sottostimato l'impatto del Covid 19 in Cina inducendo in errore tutti gli altri", Donald Trump in effetti ha aperto "mille fronti" in cui l'Organizzazione mondiale per la Sanità "è il dito e la Cina è la luna". A dirlo all'Adnkronos è il sinologo Francesco Sisci, professore di politica internazionale all'Università di Pechino, sottolineando come il presidente americano abbia posto "un problema molto generale, importante e delicato" sulle "regole di ingaggio tra Cina ed organismi internazionali e viceversa". Con l'attacco dei giorni scorsi, Trump ha indicato per la mancata comprensione tempestiva della gravità della situazione, che si è registrata in particolar modo negli Stati Uniti ed in Inghilterra, "la responsabilità dell'Oms perché ha fornito dei dati che, secondo Trump ed alcuni settori Usa, hanno indotto in errore la risposta americana, hanno sottostimato la gravità dell'impatto in Cina di questa malattia, e quindi da organismo indipendente ha indotto in errore tutti altri""In questo senso Trump - spiega ancora SISCI - pone un problema molto generale e molto importante ed anche molto delicato, dicendo in sostanza se tu organismo internazionale mi devi dare una versione comunque edulcorata, qualsiasi siano i motivi, ebbene non mi servi più: bisogna cambiare le regole di ingaggio della Cina nei confronti degli organismi internazionali e viceversa".
Secondo il sinologo, questo pone una questione "molto importante su cosa possono fare e devono fare gli organismi internazionali", dal momento che se vengono percepiti come anti cinesi rischiano di vedersi negato o ulteriormente ridotto l'accesso da parte della Cina. Le parole di Trump hanno anche un altro livello di lettura, aggiunge SISCI, facendo riferimento al fatto che "l'Oms rappresenta e parla per la Cina ma nell'Oms non partecipa Taiwan e quindi non ha dato conto della situazione a Taiwan che è isola di fatto indipendente ma formalmente parte di una sola Cina e non hanno trovato l'accordo diplomatico per la partecipazione di Taiwan". E Taiwan "è uno dei migliori esempi di controllo e contenimento del virus" dove la malattia è stata messa sotto controllo in maniera molto rapida ed efficiente e "salvando il sistema democratico". "Su queste accuse ci sono mille fronti che si aprono, tanti, tanti fronti - conclude SISCI che è membro del Center for Policy Studies e Senior Fellow del Gatestone Institute, think tank presieduto da John Bolton - in cui praticamente Trump mette con le spalle al muro la Cina: tu, dice il presidente degli Stati Uniti, tu con queste mezze verità, con queste mezze storie hai oggettivamente creato degli errori di visione che hanno colpito oggi gli americani. Queste sono accuse molto pesanti che potrebbero avere conseguenze gravi e aprono un nuovo fronte di scontro tra Usa e Cina".