Esteri
Coronavirus, Guatemala contro Trump: ‘Usa rimpatriano migranti contagiati’
Il Guatemala ha attaccato il presidente americano, Donald Trump, a causa delle espulsioni dagli Stati Uniti di migranti contagiati dal nuovo coronavirus. Il presidente Alejandro Giammattei ha dichiarato che le espulsioni hanno saturato i centri di quarantena in Guatemala e hanno metto sotto pressione il debole sistema sanitario del Paese centroamericano. "Il Guatemala è un alleato degli Stati Uniti, gli Stati Uniti non sono un alleato del Guatemala", ha dichiarato all'Atlantic Council, un think tank per gli affari internazionali con sede a Washington. "Comprendiamo che gli Stati Uniti vogliono espellere le persone, lo capiamo, ma ciò che non capiamo è che ci inviino voli contaminati".
Tra i 2 mila casi di coronavirus del Guatemala, le autorità affermano che 100 sono migranti rimandati indietro dagli Stati Uniti. "Va bene che ci mandino gli espulsi, sono certamente problema nostro, ma sono anche il problema degli Stati Uniti. Quindi dovremmo affrontare insieme la questione, dobbiamo essere onesti", ha aggiunto Giammattei, 64 anni, medico di professione.
La delusione arriva inoltre da quella che è stata definita l'incapacità di Washington di inviare forniture mediche al Guatemala. "Vediamo che gli Stati Uniti hanno aiutato altri Paesi, anche con i ventilatori, noi non abbiamo avuto nemmeno una pannocchia", ha lamentato il capo di Stato.
Dopo le dichiarazioni del presidente, sono arrivate le precisazioni dell'ambasciata americana in Guatemala che ha elencato gli aiuti. Tra cui un impegno di 2,4 milioni di dollari per il Paese da utilizzare "per mitigare la diffusione dell'epidemia Covid-19" attraverso l'assistenza clinica, i controlli di salute pubblica ai punti di ingresso alle frontiere e le forniture mediche. Tuttavia, l'ambasciata non ha risposto alle accuse sui migranti contagiati espulsi dagli Usa.