Esteri
Covid-19. In galera chi non rispetta il coprifuoco in Repubblica Dominicana
Misure forti con soli 112 contagi. La polizia non scherza.
La prima notte di coprifuoco nella Repubblica Dominicana è passata senza grandi novità. Le misure messe in atto dal Governo guidato da Danilo Medina sono abbastanza stringenti e prevedono chiusura di locali e attività non essenziali e in particolare il divieto di transito di persone e mezzi dalle 8 di sera alle 6 di mattina.
E la maggior parte della gente, da Santo Domingo a Santiago fin sulle spiagge di Samana ha seguito il divieto con attenzione non perchè la situazione sanitaria sia drammatica ma per un piccolo particolare che differenzia le misure prese da questo paese rispetto a quelle prese da tutti gli altri. E lo stare in casa alla sera è davvero un sacrificio per i dominicani, soprattutto per i più poveri che, senza aria condizionata nelle case, cercano un po’ di fresco nelle strade.
Coprifuoco in Repubblica Dominicana
Se esci nel periodo vietato semplicemente la polizia ti mette in galera. Non è che ti denunciano, ti fanno una multa o se sei amico del vigile di quartiere te ne vai a casa con un buffetto. No nell’isola caraibica ti prendono e ti mettono in una delle carceri dell’isola, riconosciute per non essere tra le migliori al mondo. Non certo per un anno , ma bastano due giorni per non provarci più.
Le parole del Capo della Polizia, il Maggiore Generale Nel Aldrin Bautista sono semplici nella loro durezza’ a partire da stanotte nessuno puo’ uscire in strada , nel tempo indicato. Assolutamente nessuno. Chi sta in strada viene incarcerato. Non maltrattato ma incarcerato. Nessuna deroga a questo. Chiedo che tutti al tocco del coprifuoco si mettano a casa’.
E alla mattina successiva si sono persino viste molte ma molte meno auto e camion nella Capitale, considerata una delle più trafficate città del mondo.
Coprifuoco in Repubblica Dominicana
Pochi hanno messo in discussione le regole del decreto considerato vitale per evitare la propagazione del Coronavirus nell’isola caraibica.
E tutto questo in una situazione che sembrerebbe assolutamente sotto controllo ma che i dominicani,ricchi dell’esperienza drammatica italiana e della crescita di contagi negli Stati Uniti dovuti a sottostima del problema, non sottovalutano affatto.
Al momento, secondo quanto dichiarato dal Ministro della Salute, Rafael Sanchez Cardenas, il numero dei contagi ha raggiunto il numero di 112 con tre morti .
L’ultima vittima è un cittadino dominicano a contatto con turisti per la sua professione da barista ma che aveva in aggiunta una seria patologia gastrica.
Dei 112 contagiati, 52 sono in quarantena in ospedale e gli altri 57 al proprio domicilio. 37 avevano viaggiato in paesi infetti, 18 contagiati nell’isola e i restanti sotto indagine. Altre 290 persone che hanno viaggiato all’estero sono attualmente sotto controllo.
La misura di emergenza in vigore dallo scorso giovedì fino al 3 aprile prevede inoltre il blocco della frontiera con Haiti e il blocco dei voli oltre al blocco di tutte le attività non essenziali.