Esteri

Elezioni Francia, ora Marine Le Pen può vincere. Perché Macron rischia il ko

di Lorenzo Lamperti

La leader sovranista approfitta degli assist dei radicali Zemmour e Mélenchon e va al centro. Presenta Macron come simbolo del potere arrogante e spera

Elezioni Francia, Marine Le Pen in grande rimonta: ecco come sta costruendo la sfida a Macron

Attenzione a dare le cose per scontate. Fino a poco fa la vittoria di Emmanuel Macron alle elezioni presidenziali francesi era data per certa. Il voto, che domenica 10 aprile vivrà il suo primo turno, sembrava poter essere il più scontato degli ultimi lustri visto l'enorme vantaggio accumulato dal presidente uscente nei sondaggi e la mancanza di veri sfidanti. Anzi, la frammentazione della destra con l'apparizione di Louis Zemmour sembrava essela botta finale alle aspirazioni di Marine Le Pen e l'ennesima spinta alla riconferma di Macron.

Ora, però, qualcosa sta cambiando. E attenzione perché la Francia non rielegge un presidente dai tempi di Chirac. Sarzkozy e Hollande hanno avuto un solo mandato a disposizione, fallendo miseramente il bis. E ora anche Macron inizia a temere che la possibilità di subire la stessa sorte possa non essere fantascienza come si è pensato a lungo. Gli ultimi sondaggi restituiscono una situazione quantomai incerta, con Le Pen in fortissima rimonta e un terzo degli elettori ancora indeciso. Una grande fetta di elettori che potrebbero dunque orientarsi all'ultimo, in un momento nel quale il vento sembra soffiare alle spalle di Le Pen.

Nell’ultimo sondaggio Kantar Public, la leader del Rassemblement National ha guadagnato quattro punti (fino al 23%) in vista del primo turno di domenica, mentre il capo di Stato è sceso fino al 25%. Ma quello che preoccupa maggiormente l'inquilino dell'Eliseo è che si riduce lo scarto anche in vista di un ballottaggio a questo punto prevedibile tra Macron e Le Pen. L’istituto Harris Interactive ha registrato lunedì la forbice più ridotta da sempre: 51,5% per Macron contro il 48,5% di Le Pen.

Marine Le Pen approfitta degli assist dei radicali Zemmour e Mélenchon e va al centro

Ma in che modo la dame sovranista sta riuscendo a costruire una rimonta che sembrava impensabile fino a poco tempo fa dopo aver sfiorato invece quello che sembrava potere essere un default politico? Basti pensare alla creazione del secondo forno sovranista con Zemmour e alla dolorosa separazione con la popolare nipote Marion Le Pen, passata proprio col noto polemista candidatosi per l'Eliseo.

Eppure, proprio la candidatura di Zemmour ha offerto a Le Pen la possibilità di fare qualcosa che non era mai riuscita a fare nel suo ormai lungo passato politico: spostarsi verso il centrodestra e abbandonare l'ala radicale che l'ha sempre punita in occasione del secondo turno dove i francesi tendono a votare per il candidato più moderato.

Non propone più come un tempo di lasciare l'Unione europea come fatto dal Regno Unito con la Brexit, la sua piattaforma anti migranti non è cambiata ma lei ha attenuato molto i modi della sua esposizione. Questo perché il posto del leader radicale è stato occupato da Zemmour, che fa sembrare a suo confronto Le Pen come responsabile e moderata anche quando il suo programma resta impostato su direttici tipiche del suo posizionamento politico.

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