Esteri

Così è nata l'eurotassa. Iva, Irpef: ecco come funziona


Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)


La proposta di Wolfgang Schaeuble di introdurre l'eurotassa non è affatto estemporanea. Anzi, cela un progetto ben preciso nato nella drammatica notte in cui l'Unione europea ha faticosamente trovato l'accordo per salvare la Grecia. Il governo italiano - come ha spiegato ad Affaritaliani.it il viceministro dell'Economia Enrico Morando - è favorevole a una integrazione fiscale e ad un prelievo comunitario. Secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, il progetto al quale sta lavorando in via informale la Commissione europea, su input di Berlino, serve per rispondere al crescente euroscetticismo che attraversa molti paesi - dalla Francia all'Italia passando per l'Ungheria e l'Olanda (e molti altri) - ed è anche pensato come strumento per rafforzare la moneta unica ed evitare crisi come quelle che hanno portato Atene ad un passo dal ritorno alla dracma. La Germania di Angela Merkel, in sintonia con il suo ministro delle Finanze, nelle ore cruciali del vertice con Tsipras ha avanzato l'ipotesi di accelerare la costruzione di un'unione che vada al di là della moneta unica e della Bce. Oltre all'integrazione bancaria, serve anche quella fiscale e l'obiettivo - da realizzare entro i prossimi due anni (scadenza dicembre 2017) - è quello di arrivare alla nascita di un ministro delle Finanze di Bruxelles che riscuota un'imposta europea almeno in tutti gli stati che aderiscono all'euro. Più difficile che la tassa Ue possa valere anche per le nazioni fuori dall'Eurozona, come il Regno Unito, la Svezia o la Danimarca. Le ipotesi allo studio sono due: o un prelievo diretto sull'Iva che andrebbe nelle casse europee oppure un'addizionale Irpef che colpirebbe sia le persone fisiche sia le aziende. Le aliquote dovrebbero essere il più possibile uguali da Palermo a Dresda, anche se il dibattito è aperto e in molti preferirebbero un adeguamento alle condizioni dei singoli stati. I fondi in mano al super-ministro delle finanze Ue servirebbero per interventi sovranazionali come infrastrutture ma anche per misure straordinarie in caso di crisi simili a quella che ha colpito la Grecia. Renzi è cauto perché teme le proteste dei partiti anti-euro, da Salvini a Grillo, che potrebbero cavalcare l'eurotassa. Il premier, prima di dare il suo ufficiale ok al progetto targato Schaeuble, vuole essere certo della strategia di integrazione Ue, altrimenti il rischio è che l'eurotassa diventi un boomerang e l'ennesimo 'boost' per Lega e M5S.