Esteri
Evergrande in liquidazione: la caduta del gigante dell'immobiliare spaventa Xi
Nessun accordo coi creditori, il tribunale di Hong Kong ordina la messa in liquidazione del colosso cinese, un tempo simbolo della crescita di Pechino
Immobiliare cinese in crisi, Evergrande finisce in liquidazione
Era il più grande sviluppatore immobiliare della Cina, oggi è un gigante che cade in modo fragoroso. Dopo tre anni di difficoltà e debiti, un tribunale di Hong Kong ha ordinato la liquidazione del China Evergrande Group, un tempo fiore all'occhiello della crescita cinese. Un epilogo in parte annunciato, vista la montagna da circa 300 miliardi di debiti che l'azienda non è riuscita a ripagare, ma che fa comunque sensazione e che rappresenta in parte un simbolo dei tempi cambiati, anche in Cina.
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La decisione del tribunale di Hong Kong (definita "deplorevole" dall'amministratore delegato dell'azienda) è arrivata dopo che Evergrande nel fine settimana non è riuscita a raggiungere un accordo per ristrutturare più di 300 miliardi di dollari di passività. E la giudice Linda Chan ha accolto un'istanza di liquidazione presentata dai creditori offshore più di un anno fa. Citando una "evidente mancanza di progressi" e "l'insolvenza della società", Chan ha detto in un'aula di tribunale gremita, "ritengo opportuno che la corte emetta un ordine di liquidazione nei confronti della società, e pertanto ordino una liquidazione ordine superiore".
Secondo l'ordine di Chan, verranno nominati dei liquidatori che prenderanno il controllo dello sviluppatore e venderanno i suoi beni. Da quasi due anni Evergrande sta lavorando a un piano di ristrutturazione del debito da 23 miliardi di dollari con un gruppo di creditori noto come gruppo di obbligazionisti ad hoc. La giudice ha chiarito che “anche dopo la liquidazione, è ancora possibile per la società proporre uno schema di accordo”, ma le prospettive sono a dir poco fosche.
L'avvocato di Evergrande ha sostenuto che la liquidazione potrebbe danneggiare le attività della società e delle sue unità di gestione immobiliare e di veicoli elettrici, il che a sua volta comprometterebbe la capacità del gruppo di rimborsare tutti i creditori. Detto questo, secondo Reuters la sentenza dovrebbe avere un impatto minimo sulle attività della società, compresi i progetti di costruzione di case nel breve termine, poiché potrebbero essere necessari mesi o anni perché il liquidatore offshore nominato dai creditori prenda il controllo delle filiali nella Cina continentale, che gode di una giurisdizione diversa da quella di Hong Kong.
Evergrande in liquidazione: rischi e conseguenze
Ma la sorte del gigante appare praticamente segnata. Anche se il liquidatore dovesse prendere possesso delle unità che hanno progetti onshore, molte di queste sono già state rilevate dai creditori, congelate dai tribunali, hanno ancora poco valore o sono addirittura in passivo a causa del calo dei prezzi degli immobili. Le preoccupazioni e le attenzioni della Cina e degli osservatori internazionali si concentrano su due elementi. Primo: il modo in cui verranno trattati i creditori stranieri in un caso di liquidazione. Secondo: la capacità di completare le centinaia di migliaia di case acquistate ma mai terminate.
La risposta a questi due dubbi può incidere molto sulla fiducia degli investitori internazionali nei confronti della Cina, da una parte, e sulla fiducia dei consumatori interni dall'altra. Senza contare le possibili ricadute sul fronte sociale, visto che già negli scorsi anni non sono mancate le proteste per la mancata consegna delle abitazioni.
Detto questo, il governo cinese non sembra per nulla intenzionato a salvare Evergrande. Anzi, il suo fondatore Hui Ka Yan (ex uomo più ricco d'Asia) si troverebbe da mesi agli arresti domiciliari e il modello di sviluppo a debito costruito da Evergrande è stato più volte additato come troppo rischioso dal governo cinese, tanto che prima del Covid lo stesso presidente Xi Jinping aveva tracciato delle "linee rosse" sul settore immobiliare, consapevoli che acuni colossi sarebbero finiti in enorme difficoltà.
Il vero problema è che su tutto questo si è innestata prima la pandemia di Covid-19 e poi l'instabilità globale causata dalla guerra in Ucraina. Un contesto che ha peggiorato la situazione dell'immobiliare e ha provocato un effetto domino sui fondi fiduciari e il sistema bancario ombra. La caduta di Evergrande non è arrivata all'improvviso, ma di certo non fa bene a una Cina che ha bisogno di segnali di fiducia. Non a caso, Pechino ha appena annunciato nuove misure di stimolo e sostegno all'economia e ai mercati finanzari. La speranza è di attutire il crollo del gigante.