Esteri

Francia, il leader dei Repubblicani espulso. Ma si barrica nel suo ufficio

di Redazione

Francia, psicodramma tra i post-gollisti dopo l'apertura del leader Éric Ciotti a Marine Le Pen

In Francia si è passati dallo choc del trionfo dell’estrema destra al terrore per le legislative anticipate

 

Espulso dal partito mentre è barricato nel suo ufficio. La politica francese osserva quello che sta succedendo all’interno del partito i Républicains, dove il leader Éric Ciotti è stato cacciato dal suo stesso ufficio politico radunato a 5oo metri dalla sede. Un vero e proprio psicodramma consumato davanti alle telecamere. Lo scrive il sito internet www.ilfattoquotidiano.it. Il presidente, che solo 24 ore fa aveva abbattuto un altro tabù a destra e aperto all’alleanza con il partito di Marine Le Pen, nella tarda mattinata aveva chiuso la sede ufficiale del partito per impedire la riunione che lo avrebbe cacciato. L’incontro però, è stato convocato comunque e la decisione comunicata ai mezzi di informazione. Ma non è così facile. Ciotti, che ancora non è chiaro come e quando lascerà il suo ufficio, ha respinto la decisione pubblicando una nota sul suo profilo X (è stato cacciato da quello del partito). “Io sono e resto il presidente della nostra formazione politica, eletto dagli iscritti”, si legge nel suo comunicato. “La riunione di oggi pomeriggio si è svolta in violazione flagrante del nostro statuto. Nessuna delle decisioni prese in questa riunione comporta conseguenze legali. Ma può avere conseguenze penali”.

E cosa succede ora? La prima mossa concreta l’ha fatta la presidente ad interim Annie Genevard che, subito dopo la nomina, è andata nella sede del partito a riaprirla fisicamente con la sua copia di chiavi. Una scena da commedia, se non fosse che coinvolge uno dei principali partiti della V Repubblica francese, erede diretto di Charles De Gaulle. Il quadro è così in evoluzione che ogni analisi dura molto poco. O comunque può essere messa in dubbio velocemente. In Francia si è passati dallo choc del trionfo dell’estrema destra al terrore per le legislative anticipate. Ma come se le fibrillazioni non fossero abbastanza, ci si è messo pure il leader dei Repubblicani a terremotare gli equilibri politici. Aprire al Rassemblement National è la mossa che nessuno mai dei neogollisti aveva pensato poter fare. Una scelta per contare di più, oltre il 7 per cento raccolto alle elezioni europee, e per farlo in vista di un’elezione che si giocherà soprattutto sui territori locali. Ma una fuga in avanti che è stata massacrata dal quadro dirigente del RN e che al momento può trovare supporto solo dalla base. “Le forze del caos minacciano oggi il nostro Paese, abbiamo una linea da mantenere”, sono state le prime parole del capolista RN François-Xavier Bellamy, nominato oggi, insieme Genevard, presidente ad interim dei Les Républicains. “Siamo capaci di riunire i nostri elettori e fungere da baluardo. E’ nostra responsabilità assumere questa chiarezza”. Ma prima di tutto, ora si dovranno risollevare dalla botta e cercare di risollevare l’immagine di un partito distrutto dagli scontri interni.