Esteri
Grecia, Bundestag approva piano a larga maggioranza. Vasto incendio ad Atene
Il Bundestag ha approvato a larga maggioranza (439 voti a favore, 119 contrari e 40 astenuti) il piano di aiuti alla Grecia.
Rimpasto di governo in Grecia: il premier, Alexis Tsipras, ha rimosso i ministri ribelli che hanno votato contro il piano di riforme, concordato con i creditori in cambio dei nuovi aiuti. Il ministro del Lavoro, Panos Skourletis, andra' all'Energia, prendendo il posto di Panagiotis Lafazanis, tra i principali esponenti dell'ala radicale di Syriza. Tryfon Alexiadis e' stato nominato vice ministro delle Finanze, al posto di Nadia Valavani, che si era dimessa all'inizio della settimana. Resta il ministro delle Finanze, Euclid Tsakalotos, che ha assunto l'incarico il 6 luglio scorso, dopo l'addio di Yanis Varoufakis.
INCENDIO AD ATENE - L'emergenza incendi mette in ginocchio la Grecia dove il premier, Alexis Tsipras, e' stato costretto ad appellarsi ancora una volta all'Unione Europea per fronteggiare la situazione. Atene ha chiesto all'Ue quattro aerei per spegnere i 34 incendi che, da stamane, minacciano il sud del Peloponneso e la stessa capitale mentre il primo ministro ha allertato esercito ed aviazione.
"Dobbiamo stare calmi, tutte le forze anti-incendio, e in piu' l'esercito e l'aviazione, sono in allerta", ha affermato Tsipras che ha monitorato la situazione dal Centro emergenze della Protezione civile ad Atene. Nella capitale, al momento, sono schierati circa 300 vigili del fuoco, una dozzina di aeroplani e sei elicotteri mentre le tv continuano a mostrare la densa nuvola di fumo che copre coma una cappa Atene. Le fiamme sono divampate sul Monte Imetto verso mezzogiorno, vicino il quartiere nordorientale di Kareas, e si sono presto propagate verso le aree residenziali, fino a minacciare le zone di Ilioupoli e Glyfada, vicino alla costa. Nel pomeriggio, un nuovo incendio e' scoppiato a Malakassa, a nord della capitale. Secondo alcuni, non si tratta di un'emergenza naturale. "E' chiaramente un incendio doloso, ho sentito delle esplosioni nella foresta", ha riferito Vassilis Balassopoulos, sindaco del distretto di Ilioupoli.
Anche il Peloponneso combatte contro le fiamme. Quattro villaggi sono stati evacuati vicino alla citta' di Monemvassia mentre cinque case sono state bruciate. La situazione e' critica anche nelle localita' turistiche: secondo Adamantia Koroni, dell'associazione albergatori dell'isola di Citera, almeno 40mila tra residenti e turisti sono rimasti senza energia elettrica e quattro hotel sono stati costretti a condividere un generatore. "Riusciamo a vedere giusto un paio di metri davanti a noi", ha riferito, invece, un residente della citta' costiera di Neapoli che le autorita' starebbero evacuando. Proprio vicino Neapoli un Canadair ha dovuto effettuare - a causa delle alte fiamme e del fumo - un atterraggio di emergenza ma i due piloti sono riusciti a mettersi in salvo. Un morto, salta la riunione del governo.
LA CRONOLOGIA DELLA GIORNATA
Merkel, accordo duro per tutti non solo per i greci - "E' stato un accordo duro per tutte le parti in causa ed e' stato l'ultimo tentativo". Cosi' la Cancelliera tedesca, Angela Merkel, parlando dell'intesa tra Europa e Grecia sul terzo pacchetto di aiuti. "Non aiutare la Grecia", ha proseguito Merkel, "sarebbe stato da irresponsabili e ci sarebbe stato il rischio caos".
Debito Grecia, scontro Lagarde-Merkel - Per uscire dalla crisi greca "bisogna ristrutturare il debito per alleggerire il fardello", e più precisamente "prolungare considerevolmente le scadenze, il periodo di grazia durante il quale non è effettuato nessuno pagamento e ridurre gli interessi il più possibile". Lo dice il direttore generale del Fmi, Christine Lagarde, ai microfoni di Europe 1. Il Fmi, ha poi aggiunto, parteciperà a un nuovo piano di salvataggio della Grecia solo se sarà "completo", associato a una riforma "in profondità" del'economia e a "una linea di bilancio sana che dia solidità al Paese senza essere eccessiva".
NO DELLA GERMANIA - Angela Merkel ha nuovamente escluso un taglio del debito parlando al Bundestag. Un haircut sarebbe contrario ai Trattati Ue, ha motivato la cancelliera. Stravolgerli "sarebbe la fine della comunità di diritto in Europa, e con noi non si fa".
Citando tre possibili scenari fra cui scegliere, Merkel ha illustrato in questi termini il primo, sottolineando che sia escluso dalla prospettiva tedesca: "Una strada sarebbe stata quella di piegare i trattati, fino al punto che non avessero più valore, lasciando la via perseguita invece con ostinazione a partire dal 2010, e consentendo così che l'Unione diventasse un luogo in cui si trasferiscono soldi e debiti". "E questo prescindendo completamente dalla circostanza che tagli del debito e haircut sono proibiti". "Questo sarebbe la fine della comunità di diritto in Europa - ha concluso - e con noi non si fa".