Esteri
Guerra commerciale o intesa personale? Che cosa succederà tra gli Usa di Trump e la Cina di Xi Jinping
Se la diplomazia personale di The Donald non riuscirà a generare un accordo con Xi, i falchi anti cinesi elaboreranno una politica aggressiva e intransigente nei confronti di Pechino
Che cosa succederà tra gli Usa di Trump e la Cina di Xi Jinping
L'ingresso in una guerra commerciale 2.0, ancora più aspra di quella in corso e influenzata dalle ultime tensioni internazionali, oppure il ritorno ad una sorta di buen vivir, con rivalità e linee rosse sempre evidenti, ma per lo meno regolate da una qualche forma di accordo?
I futuri rapporti diplomatici tra Stati Uniti e Cina oscillano tra questi due estremi, e dipendono da come vorranno impostarli Donald Trump – che tornerà alla Casa Bianca il prossimo 20 gennaio – e Xi Jinping. Il presidente cinese è già stato chiaro e ha allungato un ramoscello d'ulivo alla controparte statunitense.
"La Cina è pronta a lavorare con la nuova amministrazione statunitense per mantenere la comunicazione, espandere la cooperazione e gestire le differenze", ha dichiarato Xi in occasione del recente vertice dell'Apec, in Perù, dove ha incontrato Joe Biden per parlare indirettamente al tycoon repubblicano. E Trump? Difficile capire che cosa farà con Pechino. Dovessimo basarci soltanto sulle dichiarazioni rilasciate in campagna elettorale da The Donald e dalla squadra di governo da lui stesso selezionata - colma di falchi anti cinesi – allora le previsioni sono fosche.
Trump ha infatti sbandierato un approccio conflittuale nei confronti del Dragone, minacciando dazi fino al 60% sulle importazioni di tutte le merci made in China per pareggiare lo squilibrio commerciale tra Usa e Cina. Dunque, ci aspetta una Trade War all'orizzonte? Non è detta l'ultima parola.
I rapporti personali tra Trump e Xi
Bisogna analizzare a fondo il rapporto personale tra Trump e Xi. Il motivo è semplice: il tycoon ha più volte dimostrato di non rispettare le classiche regole della diplomazia. Dalle relazioni con Vladimir Putin agli incontri con Kim Jong Un, in politica estera The Donald ha sempre e soltanto risposto alla propria emotività seguendo il classico playbook degli "uomini d'affari". Potrebbe fare lo stesso anche con Xi.
E allora come sono i rapporti tra il neo presidente Usa e il capo di Stato cinese? Nel 2017, Xi ospitava Trump all'interno della Città Proibita, un sito storico situato nel cuore di Pechino dove per quasi 500 anni hanno vissuto gli imperatori cinesi: nessun presidente degli Stati Uniti, prima del tycoon, aveva mai ricevuto un onore più grande. Sembrava che tra la Cina e gli Usa si stesse per aprire uno spiraglio, e che la diplomazia personale di Trump avesse funzionato.
Ogni speranza sarebbe tuttavia stata resa vana dall'avvento della pandemia di Covid-19, con The Donald ad incolpare Xi del "virus cinese", e dallo scoppio di una guerra commerciale "occhio per occhio" contro il Dragone, con tariffe ancora in vigore su oltre 300 miliardi di dollari di beni. Certo, Trump sembra ammirare l'immagine dell'uomo forte incarnata da Xi. "Avevo un rapporto molto forte con lui", confermava non a caso il repubblicano in una recente intervista al Wall Street Journal.
Pesi e contrappesi
Da un lato troviamo un Trump imprevedibile, emotivo e, almeno in teoria, disposto a parlare, da pari a pari, con qualunque leader globale; dall'altro ecco la squadra di governo – peraltro scelta dallo stesso Trump – formata da eccellenti falchi anti cinesi. Ecco le due anime, o meglio ancora i pesi e i contrappesi, della prossima amministrazione statunitense. Il leader repubblicano potrebbe considerare la propria relazione personale con Xi alla stregua di una via di negoziazione da esplorare a fondo. E pure da sbandierare ai quattro venti, se possibile, nel caso in cui dal rapporto diretto tra i due presidenti dovesse emergere qualche fumata bianca.
Per bilanciare eventuali insuccessi, Trump si è però schermato con personaggi del calibro di Marco Rubio e Mike Waltz, rispettivamente scelti per ricoprire i ruoli di segretario di Stato e consigliere per la Sicurezza Nazionale. Se la diplomazia personale di The Donald non riuscirà a generare un accordo con la Cina, a quel punto i falchi anti cinesi di Washington scenderanno dai rami per elaborare una politica aggressiva e intransigente nei confronti di Pechino. In tutto questo è bene tenere a mente quanto sussurrato da Xi a Biden: "Contenere la Cina è poco saggio, inaccettabile e destinato al fallimento...".