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Esteri
Guerra, Netanyahu tra due fuochi: difendere Israele o radere al suolo Hamas

Guerra Israele-Gaza, la fine di Hamas non avverrà con l'invasione armata. Ecco perchè

Nel Corriere di ieri 23 Ottobre uno dei più noti e brillanti commentatori del giornale, Ernesto Galli della Loggia, si dice stufo del coro di critiche che piovono sul governo di Israele: “La reazione di Israele è sbagliata…ha un effetto controproducente, è sproporzionata, mette in crisi gli ‘accordi di Abramo’, fa infuriare le piazze arabe, viola il diritto umanitario, se la piglia con i palestinesi di Gaza invece che con Hamas, e così via rampognando.” Galli non si sofferma a discutere la fondatezza di queste critiche, non è questo che gli interessa, ma piuttosto la loro pretestuosità. E per farla emergere sfida i critici. Dalla miriade delle disparate critiche non esce alcuna proposta di un linea politica per il governo israeliano. In parole povere: cosa dovrebbe fare Bibi?

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Vediamo quello che sta facendo: 1) i bombardamenti su Gaza; 2) l’assedio totale a Gaza; 3) i preparativi di una irruzione delle truppe di terra a Gaza; 4) lo sfollamento dei palestinesi da Gaza. Ora tutte e quattro queste iniziative o sono contro il diritto umanitario o presentano un’elevata probabilità di risultarlo. Perciò secondo i critici, o sintetizzando le osservazioni dei critici, il governo di Israele non dovrebbe proseguirle. Dunque si può andare oltre Galli della Loggia e accusare i critici non solo di essere confusi e pretestuosi, ma di voler imporre la paralisi all’azione difensiva del governo di Israele. Ricordiamo qual è il compito che il governo si è assunto: “difendere Israele”. E tutti gli alleati, da Biden in giù, hanno assicurato il governo che “Israele ha il diritto di difendersi.” Io credo che sia sfuggito ai più che cosa questo significhi.

Significa che, nonostante Hamas non sia uno Stato, la sua aggressione al paese israeliano giustifica che il governo di Israele volga verso di esso le sue forze armate, come se lo fosse. Possiamo ricordare a questo proposito che di tanto in tanto nel nostro paese si sono levate voci per l’impiego dell’esercito contro la mafia.

Ma se 1), 2), 3) e 4) sono impraticabili in quanto illegali, come può il governo di Israele attendere alla difesa del suo paese? Finora abbiamo parlato di tattiche del governo israeliano, ma non dei suoi obiettivi. L’obiettivo ripetutamente dichiarato, su cui non solo il governo non molto popolare di Netanyahu ma tutta l’opinione pubblica israeliana concorda è di “distruggere Hamas”. Questo è il primo imprescindibile compito al quale il governo usando le sue forze armate deve attendere. Parrebbe che il governo israeliano ritenga di poter distinguere i membri di Hamas dagli altri palestinesi, il che sembra dubbio. Tutte e quattro le iniziative militari ricordate sopra dovrebbero servire a questo scopo. Ma forse questa è solo propaganda. Forse la “distruzione di Hamas” non va presa alla lettera.

Bisogna distinguere tra l’uccisione di tutti i membri di Hamas e la fine di Hamas come gruppo sociale politico e terroristico. Forse l’errore del governo e dei suoi alleati sta nella militarizzazione di un compito che si può svolgere con altri mezzi, di cui pure lo Stato di Israele è abbondantemente dotato. Ricordiamoci che lo Stato di Israele ha già quasi distrutto un suo avversario, l’OLP. E non l’ha fatto con le forze armate ma con il suo famoso servizio segreto, il Mossad. Il Mossad, maestro mondiale di assassinii politici. “La chiamavano ‘pagina rossa’, rossa come il foglio dato al Mossad per assassinare un avversario”, racconta Guido Olimpio nello stesso numero del Corriere. E informa che il Mossad è rientrato in azione ormai a pieno regime. Per i capi di Hamas, spesso comodamente all’estero, si preannunciano tempi duri.

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