Esteri
Guerra Ucraina, Scholz stoppa gli aiuti a Zelensky per guadagnare voti? È giallo in Germania
Sul presunto stop di Scholz non pesano solo le ragioni finanziarie...
Germania, è giallo sugli aiuti all'Ucraina
È giallo sugli aiuti tedeschi all’Ucraina. Secondo quanto riportato dal quotidiano Der Spiegel, il cancelliere Olaf Scholz avrebbe stoppato un nuovo pacchetto di forniture militari varato dai ministri degli Esteri e della Difesa, Annalena Baerbock e Boris Pistorius. Proprio quest’ultimo, però, ha cercato di smentire la notizia, affermando che la decisione finale deve ancora essere presa.
Per il 2025, il governo tedesco ha già stanziato quattro miliardi di euro di aiuti. Davanti a un possibile disimpegno statunitense nel corso dell’anno dovuto all’avvento di Donald Trump, Baerbock e Pistorius hanno cercato di aumentare il sostegno a Kiev con un pacchetto da tre miliardi che comprendeva tre batterie di difesa aerea Iris-T, 10 obici di artiglieria e munizioni aggiuntive. Un disegno che per i due ministri avrebbe rappresentato “un segno vitale dell’incrollabile supporto della Germania”, da lanciare entro le elezioni del 23 febbraio.
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Con Scholz al governo, Berlino è diventato il principale partner europeo di Volodymyr Zelensky in termini di aiuti militari, il secondo in assoluto dopo gli Stati Uniti. Già in estate, però, erano arrivati segnali di un raffreddamento del supporto tedesco, con l’ex ministro delle Finanze Christian Lindner che era riuscito a imporre alla “coalizione semaforo” di bloccare aiuti futuri all’infuori di quelli già pianificati.
Il presunto stop di Scholz, dunque, si inscriverebbe in questa strategia. Il condizionale è d’obbligo, perché Pistorius ha prontamente smentito quello che, se confermato, sarebbe uno scontro interno al governo. “Non c'è alcun blocco”, ha chiarito al quotidiano Tagesspiegel, specificando che la decisione non è ancora stata presa: “Non appena tutte le questioni saranno state chiarite, mi aspetto una decisione corrispondente”.
Sul presunto stop di Scholz non pesano solo le ragioni finanziarie che avevano portato alla “svolta estiva”, ma anche la campagna elettorale in vista delle elezioni del 23 febbraio. Scholz è a caccia di consensi – i Socialdemocratici sono dati intorno al 16%, terza forza dietro Cristiano-democratici e Afd – e parte della sua strategia è cercare di accreditarsi come il cancelliere che evita l’escalation con la Russia, sebbene sia al tempo stesso favorevole all’aumento del debito per sostenere l’Ucraina, cosa che appunto Lindner non gli aveva permesso.
Intanto, la Commissione europea ha erogato i primi tre miliardi di euro del suo prestito di assistenza macrofinanziaria eccezionale a Kiev dal valore complessivo di 18,1 miliardi. Finanziato dai proventi dei beni russi congelati in Europa, il progetto rientra nel programma Era (Extraordinary Revenue acceleration loans) varato dal G7.
Grazie a questi fondi, l’Ucraina potrà far fronte alle crescenti spese militari. Obiettivo di Zelensky è infatti quello di aumentare la produzione degli armamenti per potenziare l’esercito: “È un compito congiunto dei produttori di armi, dei funzionari del nostro governo e di tutte le persone coinvolte: fare di quest'anno un anno record in termini di produzione tutti i tipi di droni, così come aumentare in modo significativo la produzione di missili ucraini, artiglieria e di tutto l'equipaggiamento necessario”, ha detto in un videomessaggio.