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Esteri
Il controsenso dei grandi Stati. Più atomiche per evitare la guerra nucleare

Nucleare, aumentano gli Stati che producono bombe atomiche

La terza guerra mondiale è stata sfiorata due giorni fa, in seguito all'esplosione di missili che si credevano russi in territorio Nato, in Polonia. Poi il caso è rientrato, con la scoperta che si trattava di un ordigno ucraino. Ma il mondo ha tremato, ed è destinato a tremare sempre più a causa del continuo armamento atomico delle grandi potenze mondiali. Si chiama "deterrenza nucleare", con l'acronimo suggestivo MAD "Mutual Assured Destruction", distruzione reciproca assicurata, "folle" se leggiamo solo le iniziali. Stati Uniti e Russia dopo Hiroshima e Nagasaki hanno potenziato i loro arsenali.

Nel "club" ci sono ora anche Francia, Gran Bretagna e Cina. Eppure questa reciprocità non è davvero simmetrica, se si va a esaminare le dottrine nucleari delle due potenze che si affrontarono durante la Guerra Fredda e negli ultimi anni hanno ricominciato a guardarsi sempre più in cagnesco. Oggi la Nato ha rispolverato, in modo ancora più netto che in passato, il concetto di "deterrenza". La Russia rimane più sfuggente e non è semplice comprendere cosa intenda Mosca per minaccia "esistenziale" in grado di giustificare il ricorso all'atomica.

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