Esteri

Asia centrale snodo strategico per l'Italia: energia, tessile e geopolitica

di Lorenzo Lamperti

Di Stefano in missione in Uzbekistan. I legami con le ex repubbliche sovietiche sono cruciali a livello commerciale e l'Italia è posizionata bene

Spesso trascurata dalle strategie geopolitiche e geostrategiche, l'Asia centrale rappresenta in realtà un'opportunità importante in chiave geoeconomica. E l'Italia, che in altre parti del mondo ha accumulato alcuni ritardi, se n'è in questo caso accorta già da tempo. Energia, sostenibilità, infrastrutture: le ex repubbliche sovietiche offrono spazi importanti che le aziende italiane hanno occupato e vogliono occupare in modo ancora più rilevante. Con la diplomazia che può in questo caso davvero svolgere una funzione di ponte tra una parte di mondo che sta acquisendo centralità e l'Europa.

Italia-Asia centrale, Di Stefano in Uzbekistan

In questo senso, il sottosegretario agli Affari esteri Manlio Di Stefano partecipa alla conferenza internazionale "Asia centrale e meridionale: connettività regionale, sfide e opportunità" in programma a Tashkent, capitale dell'Uzbekistan il 15 e 16 luglio. Si tratta di un evento diplomaticamente rilevante, visto che saranno presenti tutti i leader politici dell'area, a partire dal padrone di casa, il presidente uzbeko Shavkat Mirziyoyev, passando poi i capi politici di Kazakistan, Tagikistan, Kirghizistan e Turkmenistan. 

I progetti dell'Italia in Asia centrale con paesi terzi

Ma l'Asia centrale è un luogo nel quale si concentrano anche molti progetti congiunti con paesi terzi. Non a caso si parlava molto di Asia centrale nell'ambito del memorandum of understanding sulla Belt and Road Initiative tra Italia e Cina. Ci saranno anche Narendra Modi, primo ministro dell'India, e quello del Pakistan, Imran Khan, oltre che diplomatici dei principali attori globali con interessi nella regione, vale a dire Russia, Cina e Stati Uniti. 

Gli interessi commerciali dell'Italia in Asia centrale

L'Italia ha notevoli interessi nella regione ed è molto attiva sui rapporti diplomatici, sia a livello di blocco sia a livello bilaterale. Nel 2019 è stata lanciata la Conferenza 1+5, che raggruppa appunto l'Italia e le cinque repubbliche ex sovietiche. La seconda edizione del forum si terrà nel 2022. L'Unione europea, considerata come un blocco unico, è il secondo partner commerciale della regione e l'interscambio riguarda soprattutto energia e idrocarburi, con l'80% dell'export kazako diretto proprio verso il Vecchio Continente.

Rapporti privilegiati tra Italia e Kazakistan

A livello bilaterale, lo scorso giugno il ministro degli Esteri Luigi Di Maio è intervenuto al business forum Italia-Kazakistan, organizzato da Confindustria, ambasciata d'Italia in Kazakistan, Agenzia Ice, Kazakh Invest e Atamekeh. Nel 2022 cadrà il trentennale dei rapporti bilaterali e ci si attendono numerose iniziative. Il Kazakistan, il paese geograficamente più vasto dell'Asia centrale, è una sorta di piattaforma terrestre di interconnessione eurasiatica. Non è un caso che Roma ci punti molto, come dimostra l'organizzazione negli scorsi giorni del primo volo diretto speciale della compagnia italiana Neos tra Milano e Almaty, con a bordo una delegazione di imprenditori e tour-operatori italiani.

Si lavora anche sui legami con il Tagikistan

I rapporti sono positivi anche con il Tagikistan, un paese politicamente molto più stabile rispetto al limitrofo Kirghizistan. Solo poche settimane fa, Di Stefano ha tenuto consultazioni politiche con il vice ministro degli Esteri tagiko Huseynzoda. "Crediamo che l'Italia possa rappresentare un ponte per il Tagikistan e gli altri Paesi della Regione nei rapporti con l'Unione Europea", ha detto Di Stefano in quell'occasione, sottolineando la cooperazione non solo economica ma anche diplomatica in essere.

I progetti energetici in Kazakistan

Ma guardando i dati economici, i rapporti più profondi l'Italia ce li ha con Kazakistan e Turkmenistan, soprattutto grazie alla presenza di numerosi progetti nel settore energetico. Eni è presenta in Kazakistan ormai da 30 anni e, sfruttando la politica di diversificazione dalla cooperazione con la Russia portata avanti dal governo locale, ha assunto una posizione di rilievo. Alla fine del 2019, la produzione Eni nel paese ammontava a circa il 9% della produzione totale mondiale della compagnia. Non è un caso che l'Italia sia il primo mercato di esportazione energetica per il Kazakistan e in generale solo la Russia viene prima del nostro paese nella graduatoria dei partner commerciali. L'interscambio con Roma vale circa il 14% dell'interscambio totale di Nursultan.

Energia in Turkmenistan, tessile in Uzbekistan e Tagikistan

In Turkmenistan l'Eni è presente dal 2008 e ha una fetta importante del mercato energetico del paese, detenendo la maggioranza in diversi giacimenti terrestri e partecipando allo sviluppo di alcuni giacimenti offshore nel mar Caspio. Con Uzbekistan e Tagikistan, invece, è il settore tessile quello più coinvolto nell'interscambio bilaterale. Ma in generale i rapporti sono fluidi con tutti i paesi dell'area, anche a livello politico come dimostrano le recenti visite in Italia di diversi leader regionali.

Il posizionamento geopolitico dell'Asia centrale

A livello geopolitico, i paesi dell'Asia centrale hanno rapporti stretti innanzitutto con la Russia. Ma dopo decenni di influenza incontrastata, la Cina ha preso il suo posto come primo partner commerciale. Mentre Mosca continua a cooperare in materia militare, difensiva e più prettamente politica, Pechino sta mettendo radici a livello economico nell'area. Lo dimostra il lancio ufficiale della Belt and Road, avvenuto nel 2013 proprio dal Kazakistan, principale ricettore degli investimenti cinesi in ambito Via della Seta insieme al Pakistan.

Italia ponte tra Asia centrale ed Europa

Di recente, però, gli Stati Uniti stanno provando a recuperare terreno (come stanno provando a fare anche altrove, per esempio nel Sud-Est asiatico) ed evitare un inglobamento del blocco nella sfera di influenza cinese. Pechino è comunque un argomento divisivo nelle ex repubbliche sovietiche. Spesso i contrapposti fronti elettorali si contraddistinguono per le loro posizioni diverse sul tema dei rapporti con la Cina. E c'è poi il delicato dossier del Xinjiang. Molti uiguri vivono nei paesi dell'Asia centrale, che sono a maggioranza musulmani. La profondità del legame con la Cina ha per ora lasciato il tema sotto traccia, soprattutto a livello politico, ma la questione è sempre pronta a esplodere.

Usa e Unione europea sperano in una maggiore cooperazione con i paesi dell'Asia centrale e ne osservano con speranza le prime aperture politiche, realizzate di recente soprattutto in Uzbekistan. Anche la creazione di un forum C5+1 tra le cinque ex repubbliche sovietiche e Washington manda il segnale che il blocco vuole guadagnare autonomia strategica e diversificare i propri rapporti diplomatici al di là di quelli con i due giganti vicini. L'Italia si sta ritagliando un ruolo importante.