Esteri
Medici Senza Frontiere abbandona Kunduz dopo la strage degli Usa
Medici Senza Frontiere ha annunciato che abbandonerà la città di Kunduz, nel nordest dell’Afghanistan, a seguito dell’attacco degli aerei della Nato in cui sono morte 19 persone, tra cui 12 dipendenti di Msf e 3 bambini.
"Tutti i pazienti critici sono stati trasferiti in altre strutture e nessuno del nostro staff sta lavorando nel nostro ospedale - ha detto Kate Stegeman, responsabile della comunicazione per Medici Senza Frontiere - Alcuni dei nostri sono andati a lavorare negli ospedali che hanno preso in carico i feriti”.
Il presidente Msf del Belgio, Meinie Nicolai, ha chiesto di aprire un’inchiesta internazionale indipendente sull’accaduto, ritenendolo “una violazione del diritto umanitario internazionale, la posizione dell’ospedale era conosciuta da tutti, nell’ospedale potevano entrare solo persone malate”.
Al momento del bombardamento, infatti, non vi erano insorti nella struttura.
La Nato si trovava impegnata a Kunduz per cercare di riprendere il controllo della città, assediata lunedì dai talebani. Circa l’accaduto, i suoi vertici hanno ammesso la possibilità che alcuni suoi aerei abbiano bombardato la zona dove si trovava l’ospedale ed il capo della coalizione delle forze statunitensi in Afghanistan si è scusato per quello che è successo.