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Taiwan, Pechino tuona contro il G7 e minaccia gli Usa: “Giocano col fuoco”

di Redazione Esteri

La riunione tra i ministri degli esteri del G7 fa scoppiare il malcontento cinese: "Ci calunnia e scredita". La minaccia esplicita agli Usa sulle armi a Taiwan

I ministri degli esteri riuniti si difendono dalla accuse di calunnia e diffamazione avanzate dal gigante asiatico, a proposito delle critiche mossegli per la politica su Taiwan e le “pretese” sul Mar cinese meridionale. Il messaggio condiviso che fanno arrivare alle orecchie di Xi Jin Ping è diplomatico ma inequivocabile: “Per noi è importante parlare con la Cina, ma a patto che il Paese dimostri responsabilità”.

L’attacco diretto agli Usa: “Giocano col fuoco”

La tensione tra Cina e Usa continua sulla pericolosa strada dell’escalation. Dopo i fatti di questi giorni infatti, Pechino torna a ribadire chi comanda sulla questione di Taiwan e minaccia esplicitamente gli Stati Uniti per il loro “immischiarsi” in questioni di sovranità nazionale del blocco orientale, che non gli competono, o almeno è quel che fa intendere il governo del Dragone. L’ultima miccia della discordia riguarda la vendita di armi degli Usa a Taiwan, si tratta di 400 missili anti-nave Harpoon, per scoraggiare un'invasione delle truppe di Pechino. Su questo il comunicato del portavoce Wang non le manda a dire: "I fatti hanno dimostrato che l'attuale situazione nello Stretto di Taiwan sta affrontando un nuovo round di tensione e la causa principale è che le autorità di Taiwan hanno ripetutamente cercato di fare affidamento sugli Usa per l'indipendenza", mentre alcune persone negli Usa intendono "usare Taiwan per contenere la Cina", ha detto Wang, ricordando che "è molto pericoloso giocare con il fuoco".