Esteri

Germania, le 5 mosse che le hanno consentito di vincere contro il coronavirus

Come ha fatto la Germania ad avere un tasso di mortalità di 9 volte inferiore a quello italiano e a gestire il coronavirus. E così procederà con la riapertura

Di Laura Costantin

(Da www.milanocittastato.it)

Con 138mila casi confermati al 17 aprile, anche la Germania è stata colpita duramente dal Coronavirus, risultando al momento il quinto paese con più contagiati al mondo (l’Italia è al terzo posto). La particolarità della Germania è però nel basso numero di decessi: 4.052. Significa che il paese tedesco conta 48 morti per milione di abitanti contro i 367 per milione dell’Italia o i 413 della Spagna, per un tasso di letalità inferiore al 3%.

Per un po’ di tempo abbiamo pensato che lo sviluppo dell’epidemia in Germania fosse solo ad uno stadio più precoce e che la curva dei decessi si sarebbe presto adeguata a quella delle altre nazioni. Si è anche ipotizzato che la Germania “nascondesse” i morti da Coronavirus, cosa che non sembra plausibile alla luce della definizione dei morti da Coronavirus secondo le indicazioni del Robert Koch Institute (RKI), l’Agenzia Federale responsabile per il controllo e la prevenzione delle malattie infettive.

La soluzione dell’arcano è molto più semplice di quanto si pensi. La Germania aveva un piano pandemico e l’ha seguito. Già nel 2013, il Robert Koch Institute aveva presentato al parlamento tedesco un documento in cui simulava l’arrivo di un coronavirus dall’Asia e ne stimava le conseguenze, compresi i rischi per gli anziani e il distanziamento sociale. Inoltre, il piano pandemico della Germania è uno dei più recenti (risale al 2016) ed è stato in buona parte attuato durante questa emergenza.

Vediamo quindi come si è mossa la Germania e come è riuscita a contenere il coronavirus fino a programmare nel dettaglio già il processo di riapertura.

L’eccezione TEDESCA: le 5 mosse che hanno consentito alla Germania di vincere contro il coronavirus (per ora)

#1 Test a tappeto

Sulla questione dei tamponi, il principale vantaggio della Germania è stato rappresentato dal tempismo. Già a metà gennaio, l’ospedale Charitè di Berlino aveva sviluppato un test per il coronavirus, mettendo inoltre la formula disponibile on line. A partire dalle prime settimane del 2020, la Germania ha quindi aumentato la sua capacità di fare tamponi, passando da 7.115 test/settimana a marzo a 116.667 test/settimana ad aprile.

Questo ha consentito alla Germania di effettuare un ampio numero di test e soprattutto di fare i tamponi non solo ai sintomatici gravi ma ad un più ampio spettro di soggetti, compresi i non sintomatici e i sospetti positivi. Secondo uno studio della London School of Hygene and Tropical Medicine, si stima che in Germania il numero di casi positivi rilevati sia pari al 66%, mente in Italia sarebbe del 5%. Tradotto in altre parole, i dati della Germania descrivono in maniera abbastanza fedele la circolazione del virus nel paese, mentre in Italia vi è una sottostima dei casi ufficiali e i contagiati reali sarebbero almeno 10 volte di più di quelli identificati. Risultati analoghi si possono evincere anche dallo studio effettuato dall’Imperial College, secondo il quale in Germania il numero dei contagi sarebbe pari allo 0.72 per cento, un numero che si avvicina abbastanza a quello dei casi ufficiali (circa 0.16 per cento), mentre in Italia sarebbe ormai contagiato il 9.8 per cento della popolazione, dato che si discosta molto da quello dei casi ufficiali (0.27 per cento).

#2 Tutti i cittadini possono farsi i tamponi

In Germania sono i cittadini tedeschi a decidere se e dove fare il test. I cittadini tedeschi si possono rivolgere al proprio medico di famiglia o alla continuità assistenziale per avere la prescrizione del tampone Covid-19 con la quale si rivolgono poi ai laboratori di analisi locali.

Per facilitare i cittadini a fare i test, da inizio marzo sono stati aperti degli appositi Abstrichzentrum, i cosiddetti drive-in dove si può andare in macchina ed eseguire il test direttamente dal finestrino. I drive-in si trovano nei grandi centri urbani e nelle zone maggiormente popolate o colpite da coronavirus come Monaco di Baviera, Oberhausen, Bochum, Düsseldorf, le Province di Rhein-Neckar e di Esslingen. Altri comuni, come ad esempio Heidelberg, fanno affidamento sull’invio del personale a casa dei pazienti e hanno istituito i cosiddetti corona-taxi, ovvero medici e personale sanitario che vanno direttamente a casa dei sospetti positivi per visitarli e fare il tampone.

#3 Tracciamento dei positivi

Testare il maggior numero di persone, inclusi i sospetti positivi, consente di studiare i meccanismi di propagazione del virus e permette di elaborare strategie ad-hoc per arginarne la diffusione.

Quando i primi casi tedeschi si sono verificati in un’azienda bavarese, la Webasto, i medici e gli epidemiologi tedeschi sono riusciti a ricostruire una certa affidabilità la catena del contagio e hanno dimostrato che il paziente 4 aveva contagiato il paziente 5 passandogli semplicemente la saliera in mensa.

La stessa meticolosa analisi è stata compiuta a Heinsberg, la “Codogno tedesca” con 1521 contagi e 45 decessi su 40 mila abitanti. In questo caso, l’evento scatenante nella diffusione del contagio è stata una festa di Carnevale a cui partecipò il “paziente 0” della zona. Da lì in poi, il virus si è diffuso molto rapidamente ma gli epidemiologi, capitanati da Henrick Streek, sono riusciti anche in questo caso ricostruire e interrompere la catena dei contagi.

“Abbiamo capito che dobbiamo tracciare meticolosamente la catena del contagio per interromperla” ha dichiarato, Clemens Wendtner, il medico che ha ricostruito la catena di contagio dell’azienda bavarese.

Mettere al centro l’individuazione e il l’isolamento dei positivi ha significato impiegare molti reparti investigativi della Polizei per rintracciare di ogni positivo i contatti avuti, i luoghi frequentati e le possibili fonti di contagio, in modo da procedere ad analizzare con tamponi i potenziali infetti.

#4 Isolamento dei positivi sul territorio: gli “ospedali diffusi”

Nel caso di sintomi, la procedura tedesca prevede che la prima persona da contattare sia il medico di base che può recarsi a casa dell’assistito per eseguire il test o in alternativa può allertare il dipartimento territoriale della salute e richiedere che si occuperà di eseguire il test a domicilio.

Inoltre il sistema sanitario tedesco ha tantissimi posti letto e tanti piccoli ospedali diffusi sul territorio. Questa sanità iper-diffusa, considerata un modello inefficiente di allocazione delle risorse sanitarie, ha invece fatto la differenza ed è stata efficace nel contenere la diffusione del coronavirus, al contrario di quanto successo in alcune regioni d’Italia, Lombardia in primis, dove il primo punto di accesso dei pazienti sono i Pronto soccorso dei grandi ospedali, con conseguente aumento delle possibilità di diffusione del virus nelle strutture sanitarie.

 

#5 Approvvigionamento di materiale sanitario fin dai primi di febbraio

Il tempismo tedesco ha avuto un ruolo fondamentale anche per l’approvigionamento del materiale sanitario. Fin dai primi di febbraio, la Germania si è infatti adoperata per procurarsi reagenti per i test, mascherine, dispositivi di sicurezza e ventilatori, in modo tale da essere pronta ad affrontare il picco dell’epidemia.

Allo stesso modo, il governo tedesco è intervenuto tempestivamente sull’aumento dei posti letto in terapia intensiva. All’inizio dell’epidemia, la Germania aveva infatti 28 mila posti letto di terapia intensiva e non si trovava in una situazione di emergenza. Malgrado ciò, le autorità sanitarie si sono ugualmente allertate e hanno portato la capacità dei posti letto in terapia intensiva a 40 mila in poche settimane.

# Le regole per ripartire

i punti sostanziali della cosiddetta fase 2 sono già state stabilite. Saranno queste:

Le norme sul distanziamento sociale tra le persone è prolungato fino al 3 maggio.

Dal 4 maggio riaprono le scuole primarie e superiori per le classi che hanno esami quest’anno. È possibile poco dopo l’apertura anche di altri classi. Si raccomanda ogni istituto di cercare di creare gruppi ridotti di studio.

Non ci sarà un obbligo di mascherine, ma lo stato consiglierà fortemente a tutti i cittadini il loro utilizzi sui mezzi pubblici e nei negozi

Commercio al dettaglio e negozi con una superficie di vendita fino a 800 metri quadrati possono riaprire da lunedì 20 aprile. Indipendentemente dalla loro grandezza possono riaprire i rivenditori di auto, i rivenditori di biciclette e le librerie. Tutti possono ospitare un numero limitato di clienti all’interno.

I grandi eventi sono annullati fino al 31 agosto. Ogni regione deciderà però precisamente cosa si intende per grande eventi

Parrucchieri, massaggiatori, tatuatori e altri servizi dove la vicinanza fisica è imprescindibile possono riaprire dal 4 maggio a patto che siano rispettate tutte le norme igieniche.

Ristoranti, bar e pub rimangono chiusi fino a nuovo ordine.

Messe e riti religiosi in generale sono vietati fino a nuovi ordini.

Hotel aperti e disponibili solo se non per fini turistici

Ogni punto potrà essere poi valutato indipendentemente dai governatori dei 16 Länder.

Non ci sarà nessuna limitazione legata all’età dei cittadini.

Fonte: www.berlinomagazine.com