Esteri

Litio, accordo tra Afghanistan e Cina: dai talebani pernacchia all'Occidente

di Enrico Verga

A contendersi le preziose risorse minerali dell'Afghanistan al primo posto c'è la Cina, che ora investirà 10 miliardi di dollari nei depositi di litio

Il litio viene spesso definito “oro bianco”. Le prime pagine dei media hanno rilanciato la scelta del Cile di nazionalizzare le sue risorse. Bolivia, Cile e Argentina sono le nazioni che compongono il cosiddetto “triangolo del Litio”: le nazioni più ricche del mondo di questo specifico minerale (circa il 70% dei depositi confermati). La scelta del Cile potrebbe influenzare la filiera del litio da cui, per chi non lo sapesse, dipende l’industria delle batterie che finiscono nei nostri cellulari e, cosa ancora più importante, nelle batterie delle auto elettriche.

Negli ultimi giorni il governo talebano ha dato notizia di aver raggiunto un accordo con la compagnia cinese Gochin, in merito ad investimenti nel settore minerario afgano, in particolar modo quello del litio. L’Afghanistan possiede ingenti riserve di Litio che, stante le prospezioni effettuate negli anni, potrebbero essere pari a quelle del Cile. 

Quali sono i numeri?

Il litio fu scoperto in prossimità della città di Ghazni city nel 2013. Nel 2021 già due aziende cinesi fecero prospezioni per oro e litio nella zona. Cinque aziende cinesi hanno aperto le loro sedi di rappresentanza in Afghanistan e circa 20 hanno chiesto la disponibilità di informazioni in merito ai depositi di litio. Anche Tiangi e Ganfeng stanno girando intorno ai depositi di litio afgani, tuttavia questa è la prima volta che un'azienda cinese si propone in modo così manifesto per sfruttare i depositi. Il progetto, stando al comunicato stampa del governo afgano, dovrebbe vedere un investimento totale di 10$ miliardi che porterebbe lavoro a 120.000 afgani direttamente e, indirettamente, sino a un milione di cittadini. Cifre importanti in un settore strategico per l’industria verde e tutta la rete di aziende, agenzie di lobby e media che compongono il cosiddetto Big Green.

Non è la prima volta che i cinesi si interessano all’Afghanistan: nel gennaio di quest’anno lo stesso ministro del petrolio afgani ha firmato un contratto di 25 anni con la compagnia cinese Central Asia Petroleum and Gas Co (CAPEIC). Il contratto impegna il gruppo cinese per l’estrazione di petrolio dai depositi petroliferi del bacino idrico dell’Amu Darya, a nord del paese. Stante la Reuters, i cinesi della CAPEIC investiranno 540$ milioni in 3 anni. Il governo afgano avrà il 20% dei proventi del progetto. Ci sono tuttavia alcune criticità che devono essere menzionate.