Esteri

Litio, accordo tra Afghanistan e Cina: dai talebani pernacchia all'Occidente

di Enrico Verga

A contendersi le preziose risorse minerali dell'Afghanistan al primo posto c'è la Cina, che ora investirà 10 miliardi di dollari nei depositi di litio

Pur se il litio al momento è la soluzione per aver batterie principale, la Catl, la più grande produttrice mondiale di batterie, sta sperimentando anche le batterie al sodio, economicamente più svincolate dai depositi di litio. Se il modello di business delle batterie al sodio dovesse rivelarsi valido, il valore del litio e la sua filiera potrebbero subire uno shock. Come già riportava nel 2021 il media cinese Global times, sono molte le aziende cinesi interessate ai depositi di litio afgani. Tuttavia la testata chiariva che i rischi connessi alla sicurezza del Paese potrebbero rendere i progetti cinesi difficili da realizzare. Si aggiunga che l’attuale governo afgano non è riconosciuto dalle nazioni occidentali e questo genera problemi quando si parla di supporto finanziari a progetti economicamente importanti, come quello discusso dalla Gochin.

E quindi?

Pur se il governo afgano talebano non è riconosciuto ufficialmente, molte nazioni sue vicine, tra cui la Cina, lo trattano come un regolare governo e si relazionano con i talebani come se fosse un governo riconosciuto. La presenza cinese in Afghanistan è ormai una sicurezza. Che il progetto di Gochin abbia successo o meno, sono molte le società estrattive della filiera Big Green pronte a valorizzare i depositi minerali afgani. Se aggiungiamo che questa nazione è un crocevia strategico per progetti legati alla Nuova Via della Seta (di cui noi italiani siamo stati i primi firmatari in Europa), è facile comprendere come un Afghanistan “cinese”, dopo anni di pacificazione occidentale, sia quanto mai una certezza per il futuro, salvo eventi esogeni bellici imprevedibili.