Mali: Rokia Traoré è tornata, in fuga dalla giustizia francese - Affaritaliani.it

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Mali: Rokia Traoré è tornata, in fuga dalla giustizia francese

Mali: Rokia Traoré è tornata, in fuga dalla giustizia francese. Aveva l'obbligo di non lasciare il Paese dopo essere stata arrestata a Parigi con un mandato

Mali: Rokia Traoré è tornata, in fuga dalla giustizia francese

Una popolare cantante maliana, Rokia Traoré, rischia di essere la miccia che accende una crisi diplomatica con la Francia e il Belgio, al momento 'sospesa' a causa della pandemia di Covid-19. Lo riferisce l’emittente Radio France Internationale (Rfi) nel ricostruire la travagliata vicenda dell’artista, arrestata in Francia il 10 marzo, posta sotto controllo giudiziario per non aver rispettato un giudizio del 2019 che esigeva la consegna della figlia di 5 anni al padre, suo ex marito, cittadino belga. Un passaggio bloccato a causa della crisi sanitaria, che invece non ha impedito a Traoré di evincere ai controlli giudiziari e di lasciare precipitosamente la Francia lo scorso 9 maggio, con un volo a destinazione di Bamako.    Il padre della bimba ha chiesto delucidazioni alle autorità francesi, trovando sospetta l’uscita dell’ex moglie dal territorio nazionale in questo periodo di restrizioni per il Covid-19.

Interviene la diplomazia maliana

Nella vicenda ora interviene il capo della diplomazia maliana, Tiébilé Dramé, che a Bamako ha ricevuto gli ambasciatori di Parigi e Bruxelles, invitando le parti coinvolte alla conciliazione con un incontro da organizzare nella capitale del Paese. Oltre al mandato di arresto spiccato dalle autorità belghe per il mancato rispetto del provvedimento di giustizia a favore del padre della bimba, ora la cantante ne rischia un secondo dalle autorità francesi, per violazione del controllo giudiziario. Secondo la corte d’appello di Parigi, lo scorso 15 maggio Traoré non si è presentata in commissariato per la firma settimanale. Il suo legale, Kenneth Feliho, ha confermato che ha lasciato la Francia con un volo decollato dall’aeroporto di Le Bourget grazie al suo passaporto diplomatico maliano. Secondo lui un “ritorno necessario in patria per evitare di vedersi ritirata la custodia della figlia rimasta in Mali”. E la stessa cantante intende rivolgersi alla Corte europea dei diritti umani per contestare il respingimento del suo ricorso in appello in Belgio in merito alla custodia di sua figlia. L’avvocato della controparte ha scritto al ministro dell’Interno francese, chiedendo delucidazioni sul fatto che la donna sotto controllo giudiziario e priva di passaporto, per giunta in pieno lockdown, abbia potuto lasciare il territorio con un volo privato. Il ministro degli Esteri maliano ha invitato i legali a trovare una “soluzione equilibrata e giusta che prediliga l’interesse della bambina di soli 5 anni”. Un atteggiamento dialogante e di apertura della diplomazia maliana che potrebbe non bastare a fermare altre azioni giudiziarie sia dal Belgio che dalla Francia.