Esteri

Migranti, libici in crisi si reinventano trafficanti. Pronti sbarchi di massa

Medici senza frontiere torna nel Mediterraneo per salvare i migranti in pericolo: "Troppi morti mentre gli stati sono inerti"

Il traffico di esseri umani verso l'Italia è ripreso e si attende un'accelerazione degli sbarchi nelle prossime settimane, secondo quanto riportato da La Stampa. Migliaia di migranti sono rimasti bloccati in Libia: "Non si tratta quindi di un aumento di afflusso dal sud ma di un accumulo", che fa presagire arrivi di massa sulle coste italiane. Gli sbarchi dei giorni scorsi sembrano un campanello d'allarme. 

Nel 2021 le autorità libiche hanno fermato almeno 6000 migranti in transito dal Sahel: "Se fossero tutti in prigione le carceri libiche sarebbero piene" riportano le fonti de La Stampa, "buona parte sono a piede libero quindi potenziali candidati a traversate della disperazione". Ma non solo. Gli stessi libici soffrono la crisi dovuta al congelamento degli introiti del greggio e fanno fatica a percepire i propri stipendi, bassi se sono statali, per i problemi di liquidità delle banche.  Ecco perché in molti si reinventano nel business illegale del traffico di esseri umani in cambio di contanti facili. Dalle sentinelle ai trasportatori agli scafisti.

C'è poi il fatto che per il governo di unità nazionale (Gun) del premier Abdulhamid Dabaiba la questione migranti non è una priorità, e non è più l'Italia la referente di punta ma la Turchia, a cui ora spetta l'addestramento della Guardia costiera libica.  e per la quale la questione migranti - ancora una volta - non è una priorità. 

Migranti, Msf torna in mare: "Troppi morti e Stati inerti"

Medici senza frontiere torna nel Mediterraneo per soccorrere vite. In azione la nave 'Geo Barents'. "Annunciamo oggi il rilancio delle nostre attivita' di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale - dice Claudia Lodesani, presidente Msf Italia - per salvare le vite di migranti e rifugiati che tentano la disperata traversata dalla Libia. Non potevamo rimanere a guardare di fronte a persone che continuano a morire e a Stati che non adempiono alle loro responsabilita'. Siamo contenti di essere di nuovo al fianco delle altre Ong". Nel Mediterraneo centrale si continua infatti a morire, con naufragi che si susseguono "in un desolante vuoto di capacita' di soccorso". Di fronte alle morti incessanti "e alla colpevole inazione degli Stati - spiega Lodesani - siamo obbligati a tornare in mare per portare soccorso, cure e umanita', facendo la nostra parte per fermare queste tragedie evitabili".

Da inizio anno piu' di 500 uomini donne e bambini sono morti nel tentativo di attraversare il Mediterraneo centrale. Il terribile naufragio del 22 aprile ha provocato almeno 130 morti, altri sono seguiti nelle settimane seguenti. Chi sopravvive rischia di essere intercettato dalla guardia costiera libica e riportato con la forza in Libia (7 mila solo quest'anno): "La maggior parte di loro finisce rinchiuso arbitrariamente in pericolosi centri di detenzione dove sono esposti a maltrattamenti, stupri, sfruttamento e perfino la morte". La "Geo Barents" batte bandiera norvegese.

E' stata costruita nel 2007 e ha operato come nave per le analisi geologiche prima di essere noleggiata da Msf e adeguata alle attivita' di ricerca e soccorso. La sua lunghezza totale e' di 76,95 metri, ha due ponti per accogliere le persone soccorse, uno per gli uomini, l'altro per donne e bambini. Ospita una clinica, una stanza ostetrica e una per le visite, dove le equipe di Msf svolgeranno le attivita' di assistenza medica. La nave e' dotata di due gommoni veloci che verranno utilizzati da Msf e 12 persone per l'equipaggio marittimo. Msf e' scesa per la prima volta in mare nel 2015 per supplire al vuoto lasciato dalla chiusura di Mare Nostrum. Da allora i team medici hanno operato su sette diverse navi umanitarie, anche in partnership con altre organizzazioni, partecipando a oltre 680 soccorsi e contribuendo ad assistere oltre 81 mila persone.