Esteri

L'Ue censura Musk con gli algoritmi, ma ignora la disinformazione politica in Italia: l'imminente minaccia della "Tecno-Europa"

L'uso di leggi come il Digital Service Act potrebbe ridurre la libertà di espressione, permettendo alle autorità di censurare contenuti non graditi. Il commento

di Mario Mantovani*

Censura digitale e "TecnoEuropa"

Egr direttore, Come tanti, ho assistito anch’io all’evento live trasmesso ieri su “X”, il social media oggi più controverso, con Elon Musk ed Alice Weidel, deputata tedesca e leader di AFD. Ho appreso con stupore come per questo evento la Commissione Europea abbia attivato da tempo i Commissari responsabili alla “Giustizia e Stato di diritto” McGrath ed alla “Sovranità tecnologica”, Virkkunen, anche Vice Presidente esecutiva, ed oltre 150 funzionari.

“Centro Europeo per la trasparenza degli algoritmi”, questo il nome dell’ente con sede a Siviglia che potrebbe far pensare ai romanzi di Asimov ed a cui è stato demandato il compito prioritario di seguire e valutare eventuali violazioni del Digital Service Act europeo rispetto ai contenuti della conversazione MuskWeidel ed alle modalità di diffusione della stessa. Intendiamoci, non condivido le politiche del partito tedesco e le modalità con cui queste sono attuate. Ho tutt’altra storia, tutt’altra origine e tutt’altra sensibilità politica. Tuttavia amo la libertà ed in qualità di Vice Presidente della Commissione Giuridica del Parlamento Europeo non posso non esprimere tutte le mie perplessità e la mia preoccupazione nei confronti di un atteggiamento che sembra integrare gli estremi della censura. La verifica di algoritmi che potrebbero potenziare la diffusione del video tra gli utenti e la ricorrenza di condotte disinformative, di per sé difficili da definire, costituiscono l’oggetto delle attenzioni della particolare task force di sicurezza algoritmica europea.

Quest’ultima sì riconducibile a quella definizione di “tecnoapparato” con cui, a proposito di disinformazione, molti media nazionali ed internazionali stanno marchiando il nuovo corso politico conservatore internazionale, definito tout court con l’appellativo negativo di “tecno-destra”. Non solo, le autorità nazionali tedesche starebbero addirittura valutando di considerare la presenza del leader politico tedesco sul canale social alla stregua di una donazione elettorale illegittima, e dunque vietata, ai sensi della legge nazionale. E mentre l’attenzione dell’Europa e della sinistra europea, ormai in disarmo, è rivolta all’analisi di algoritmi ed alla definizione di “tecno-neologismi”, nessuno nelle Istituzioni europee si è mai accorto che in Italia da anni è in corso una campagna di disinformazione quotidiana preordinata e pervicace.

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Un’azione disinformativa posta in essere da certa stampa, organizzazioni sindacali, autorità 2 giudiziarie e centri di potere economico e finanziario non basata su algoritmi, ma diffusa tramite giornali, social media, televisioni, indagini e sentenze giudiziarie, e tesa a boicottare l’attività del Governo italiano ed a sminuire la credibilità internazionale del Primo Ministro, che non esito a considerare tra i migliori leader internazionali dal dopoguerra ad oggi. E a proposito di donazioni e finanziamenti elettorali, mentre l’Europa veste il camice bianco del tecnico informatico e sorveglia su pericolosi algoritmi, nessuno in UE si è mai accorto che il Sindaco di Milano Giuseppe Sala ha diffuso solo ora, a tre anni dall’elezione e dopo pubblica segnalazione, la rendicontazione dei finanziamenti ricevuti in campagna elettorale omettendo l’identità di alcuni dei suoi più significativi finanziatori.

Di fronte a queste contraddizioni, alla loro evidente parzialità ed al tragico declino europeo, ci si può meravigliare se la classe politica finora al potere in Europa, ed unica responsabile di politiche economiche, industriali e sociali fallimentari, stia per essere spazzata via? E non lo sarà a causa di trasmissioni social o di algoritmi più o meno complessi, ma a causa dei risultati di una politica sconsiderata che alla creazione di benessere ed alla difesa dei valori occidentali ha preferito regalare vantaggi competitivi alla Cina ed a Stati che utilizzano gli aiuti di Stato come arma commerciale contro gli stessi produttori ed agricoltori europei; che ha promosso gli interessi economici di alcuni grandi gruppi e di pochi grandi speculatori finanziari a scapito delle PMI nazionali; che ha sostenuto una politica migratoria suicida, finalizzata a procacciare forza lavoro al costo più basso e che ha reso insicure e invivibili le nostre città; che ha ridotto la nostra Europa sull’orlo della de-industrializzazione e della quasi totale dipendenza energetica; che ha svenduto la nostra agricoltura e l’intero settore agroalimentare alle multinazionali dell’ingegneria genetica ed agli interessi commerciali stranieri; e che ha promosso, peccato mortale, politiche tese alla cancellazione dei valori culturali, famigliari, identitari e religiosi europei. Sarà per tutto ciò che gli europei orienteranno il loro voto verso formazioni politiche nuove ed archivieranno il passato, e non per la diffusione più o meno amplificata di un video social.

I valori della democrazia e della società occidentale sembrano oggi nelle mani di uno sconosciuto centro europeo incaricato di valutare la purezza di un algoritmo puntato contro l’esercizio di una legittima libertà di espressione. Di questa libertà si avvale oggi un discutibile leader politico tedesco, ma domani ognuno di noi potrebbe vedersela negata, o controllata e censurata da un tecnico informatico o da un programma di intelligenza artificiale. Non solo, la rispondenza o meno allo standard algoritmico potrebbe costituire la base per la contestazione e l’annullamento di un voto popolare liberamente espresso da milioni di elettori. Questo potrebbe accadere nonostante quel voto 3 non sia stato in realtà determinato dalla presenza social di un leader, ma dalla libera volontà degli elettori e dalla valutazione critica da parte degli stessi dei risultati ottenuti da chi, sino ad oggi, ha governato la Germania in modo fallimentare.

Una legge creata per difendere la libertà e tutelare gli utenti di piattaforme social, come il Digital Service Act, viene ora usata per reprimere quelle libertà che la stessa dovrebbe invece garantire. Il calcolo e la verifica matematica di formule ed algoritmi sembrano divenute la base dell’affermazione di una “tecnoEuropa” programmata alla sola replica di sé stessa. Questo è il principale pericolo che le forze democratiche nazionali ed europee dovranno scongiurare in futuro, che la libertà di espressione esercitata tramite piattaforme social possa venire strumentalizzata, multata o censurata senza un reale fondamento. In questa vicenda pare evidente come alcuni apparati europei e nazionali stiano cercando di censurare Musk e di limitare la libertà che lo stesso garantisce con i suoi social media a chiunque ed ovunque nel mondo, e con essi la sinistra sta cercando di impedire la legittima affermazione di un nuovo corso politico internazionale, conservatore e lontano delle ideologie fallimentari di un passato e di una sinistra sconfitta dalla storia e dagli elettori. W la libertà! W l’Italia! W l’Europa!

* Vice Presidente della Commissione Affari Giuridici del Parlamento Europeo