Esteri

Navalny, una morte annunciata. S’allungano le fauci di Putin il “giaguaro”

Di Massimo Falcioni

La morte di Alexei Navalny e l’aggressione dell’Ucraina da parte della Russia di Putin sono le due facce della stessa medaglia

Navalny, una morte annunciata. S’allungano le fauci di Putin il “giaguaro

La morte di Alexei Navalny e l’aggressione dell’Ucraina da parte della Russia di Putin sono le due facce della stessa medaglia. Dicono chi è Putin, quali sono i suoi obiettivi, cosa fa e cosa è disposto a rischiare in Russia e nel mondo, pur di ottenerli. All’interno del suo impero, Putin non ammette chi dissente: sfidarlo alle elezioni è impossibile. L’unico candidato di opposizione che per le prossime elezioni presidenziali del 15-17 marzo 2024 aveva raccolto attorno a se anche i sostenitori di Navalny, il pacifista Boris Nadezhdin contrario anche all’invasione dell’Ucraina, è stato estromesso dalla corsa per presunte firme false raccolte in sostegno. La stessa cosa, candidatura annullata a dicembre 2023, era già accaduta a Yekarina Duntsova, la giornalista siberiana che puntava sulla pace (fine dell’invasione in Ucraina), sulla democrazia (rilascio dei prigionieri politici) e sul ripristino delle relazioni con l’Occidente.

Inutile giraci attorno: sulla carta, la Russia è uno Stato democratico federale ma nella realtà è un regime autoritario, con Putin l’ultimo zar. Nella classifica del Democracy Index stilata dall’Economist, la Russia è al 124esimo posto tra 167 Paesi. Per il World press freedom index di Reporter senza frontiere, la Russia è al 150esimo posto per la libertà di stampa su 180 Stati. Per il Corruption Perceptions Index di Transparency International, è al 125esimo posto su 180 Paesi. Chi dissente da Putin, politici, giornalisti, imprenditori, semplici cittadini, rischia grosso: viene incarcerato, torturato, ucciso. Con la riforma della Costituzione del 2021, tutti i poteri dello Stato sono nelle mani del presidente, cioè di Putin, dittatore o zar “de facto”. Oggi nel Mondo ci sono ben 59 guerre in corso, tutte esecrabili. Tuttavia, ancor più terribile è il conflitto fra Israele-Hamas. Ed è soprattutto la devastante guerra fra Russia e Ucraina a trascinare il mondo sull’orlo della terza guerra mondiale. Va detto e ridetto che nella guerra che da due anni si combatte ai confini dell’Europa c’è uno stato aggressore (la Russia) e uno stato aggredito (l’Ucraina). In tutte le guerre, da sempre, a rimetterci, anche con la vita, sono i più deboli e a guadagnarci sono i più forti. Ma qui si va ben oltre a questioni di potere e di arricchimento personale. Nel caos avviato da Mosca in Ucraina, Teheran ha visto la sua opportunità in medio oriente. Nel caos distruttivo fomentato dall’Iran in medio oriente, Putin cerca di acquisire il proprio vantaggio in Ucraina. Sia la guerra contro Kyiv sia la guerra contro Gerusalemme hanno l’obiettivo di colpire l’Occidente, portare indietro il mondo, sotto regimi autocratici, oligarchici, dittatoriali.  

Negli ultimi vent’anni, Putin ha allungato le sue fauci in parti dell’Asia e dell’Africa e adesso nel mirino c’è l’Europa, nella logica dell’unificazione del potere politico con quello religioso, di fatto avviando una guerra neo-imperiale che punta con il supporto della Chiesa ortodossa anche a sopprimere la Chiesa cattolica, accusata di “modernismo”. L’invasione dell’Ucraina è solo il primo passo per occupare almeno tutti i Paesi un tempo sotto l’Impero russo e sotto l’URSS. A questo punto, Putin non accetta neppure gli oppositori di facciata, tanto meno accetta chi può dargli veramente fastidio come era Navalny che quando nel 2013 si candidò a sindaco di Mosca ottenne il 27% dei voti.  Del primo avvelenamento di Navalny del 20 agosto 2020 Putin diceva: “Se l’avessi fatto avvelenare io, sarebbe morto”. Ecco fatto. Putin non vuole avversari né dentro la “sua” Russia, né fuori. I dittatori, da sempre, finiscono il loro “giro” solo se sconfitti in guerra o se passano a “miglior vita”. E’ stato così anche per Hitler, Stalin, Mussolini e, prima e dopo, per tanti altri. L’Occidente, l’Europa per prima, non può consentire che l’Ucraina cada sotto le fauci di Putin. Sarebbe il bis dell’invasione della Polonia da parte di Hitler dell’1 settembre 1939 che diede il via alla tragedia della Seconda guerra mondiale con 70 milioni di morti.