Esteri
Siria sotto le bombe, il vero fronte della partita tra Stati Uniti e Iran si è aperto
Difficile ritenere una coincidenza il cessate il fuoco in Libano e il rianimarsi della guerra civile in Siria...
Si apre un altro fronte in Siria
La vera partita tra USA e Iran si è aperta in Siria. I ribelli siriani guidati dal gruppo islamista Hay’at Tahrir al-Sham (Comitato di liberazione del Levante) hanno effettuato una particolare offensiva su Aleppo, entrando nella seconda città più grande per la prima volta dal 2016.
L’Esercito regolare ha inviato rinforzi ed ha annunciato una temporanea ritirata strategica per riorganizzare le difese del Paese di Bashar al-Assad, che ha, subito, incontrato il ministro della difesa iraniano per chiedere aiuti.
La Federazione Russa ha condotto raid aerei a sostegno delle truppe di Damasco. La Turchia di Recep Tayyip Erdoğan ha negato ogni coinvolgimento diretto, ma viene insistentemente ritenuta complice dei rivoltosi.
"La Siria sud-orientale, con le sue risorse energetiche e la sua posizione geografica, vicina a Iraq e Giordania, è teatro di un inasprimento degli attacchi di gruppi armati sostenuti dall’Iran contro le strutture militari degli Stati Uniti. Ciò rinnova una dialettica conflittuale sospesa, costantemente in bilico tra tensioni locali e influenze regionali" - scriveva la rivista Limes già a ottobre.
La base americana di Conoco, vicina al sito di gas naturale, nella regione siriana di Deir el-Zor, è stata recentemente colpita da colpi di artiglieria lanciati da forze filo-iraniane.
All’episodio è seguito un presunto attacco con droni contro l’avamposto degli Usa, conosciuto col nome di "Torre 22", posizionato in Giordania, ma vicino al confine con la Siria. L’avamposto, parte del complesso militare di Tanf, costituisce un elemento centrale per la strategia di difesa di Washington e Gerusalemme, in virtù del suo ruolo di monitoraggio del traffico aereo, a protezione del confine israeliano.
In pratica, la base di Tanf serve da stazione di controllo dei droni, lanciati verso lo Stato ebraico e diretti verso Haifa, sul Mediterraneo, Eilat sul Mar Rosso e le Alture del Golan, tra Siria, Libano e Israele. Di recente l’aviazione militare americana ha intensificato i pattugliamenti terrestri e aerei in tutta la zona, da Tanf verso nord-est, in direzione del confine iracheno e verso sud-ovest in direzione del Golan.
Dall’ottobre 2023 a oggi, Tanf ha ricevuto 17 attacchi diretti: a dimostrazione della sua centralità nel contrastare i movimenti filo-iraniani e nel preservare gli interessi di Washington e dei suoi alleati.
Dall'inizio dell'anno, la "Torre 22" ha subìto diverse aggressioni, culminate in quella che, a gennaio 2024, ha portato all’uccisione di tre militari statunitensi. Quell’episodio servì a smascherare l'ambiguità della posizione giordana.
Le dinamiche geopolitiche locali diventano strettamente collegate con gli equilibri di potere globali, perché l'interesse degli Stati Uniti a mantenere una presenza strategica in Siria, sostenuto da recenti, grandi rinforzi, sembra non guardare ai mutamenti della leadership politica americana. Quale che sia l’inquilino della Casa Bianca, Washington lancia da tempo segnali di continuità nel voler rimanere nella regione. E, così, si spiega la continua insistenza iraniana nel tentare di ostacolare questa posizione.
Mentre alcune milizie iraniane sono entrate in Siria dall'Iraq, USA, Regno Unito, Francia e Germania si sono affrettate a chiedere una "de-escalation", perché, l'Occidente, anche in quest'occasione, lancia i sassi e nasconde le mani, utilizzando la tattica temporeggiatrice del tre passi avanti ed uno indietro.
Difficile ritenere una coincidenza il cessate il fuoco in Libano e il rianimarsi della guerra civile in Siria. Perché i ribelli hanno deciso di entrare in azione proprio ora? Secondo L'Internazionale la spiegazione potrebbe essere legata alla guerra condotta da Israele, che ha considerevolmente indebolito Hezbollah e l’influenza iraniana, due elementi chiave del potere di Assad. Il terzo “padrino” del regime siriano, la Russia, è già impegnata su un altro fronte. Rovesciare Assad è tutto interesse di Israele.
In questo momento l’attività diplomatica è frenetica. "Il 1 dicembre, il capo della diplomazia iraniana si trovava a Damasco. Il Medio Oriente, che era già in crisi, ora rischia di esplodere. Questa "guerra nella guerra" obbliga tutti gli attori coinvolti a rivedere le proprie strategie oppure fa sempre parte di un unico progetto destabilizzante per il Medio Oriente? Chi non crede alle casualità e nota un filo conduttore tra i fatti del 2016, quelli di Gaza e Libano ritiene che la penetrazione israelo-americana sia un attacco voluto e diretto verso l'Iran, tramite la Siria, che sappiamo essere obiettivo che il Presidente eletto Donald Trump ha più volte detto di voler colpire.