Esteri
Sudan, colloqui a Gedda per un cessate il fuoco preliminare per la pace
Gli scontri continuano a insanguinare il Sudan. Negoziazioni in corso tra le forze armate sudanesi e quelle di supporto rapido a Gedda, per costruire una tregua
Sudan, il presidente: "Tregua solo se le forze paramilitari si ritirano"
Lunedì scorso il presidente Abdel Fatah al Burhan in un'intervista rilasciata al canale Al-Qahera News, ha detto che “condizione preliminare per accettare il cessate il fuoco è che le forze paramilitari (RSF) lascino i quartieri residenziali della capitale e le strutture di servizio pubblico, come stazioni elettriche e idriche, oltre agli ospedali”. “La situazione è stabile in tutte le aree eccetto Khartoum”, ha detto al Burhan ai media locali egiziani.
I bombardamenti nelle due città di Khartoum e Omdurman sono continuati nell’ultima settimana. Testimoni riferiscono ad Afp che l’esercito del generale Abdel Fatah al Burhan sta facendo raid aerei sui quartieri della capitale. Le due fazioni sembrano combattere per il predominio del territorio escludendo quindi possibili negoziati di pace prima di una vittoria militare. Un diplomatico saudita, parlando a condizione di anonimato, ha detto all'agenzia di stampa Afp che le discussioni di Gedda non hanno prodotto "alcun progresso importante". "Un cessate il fuoco permanente non è sul tavolo... entrambe le parti credono di essere in grado di vincere la battaglia".
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Sudan, il bilancio delle Nazioni Unite
La situazione in Sudan resta quindi drammatica. Le Nazioni Unite parlano di catastrofe umanitaria che potrebbe espandersi ai Paesi vicini. Dopo il saccheggio di camion di aiuti alimentari l’UN ha chiesto all’esercito e all’RSF di garantire il passaggio dei convogli di aiuti. Intanto gli abitanti della capitale vivono con il suono dei bombardamenti, senza acqua né elettricità, con scarse riserve di cibo e denaro, oppressi da un caldo soffocante. Interrotta anche la linea telefonica dell’operatore MTN per l’impossibilità di alimentare i generatori.