Esteri
Trump contro i narcos messicani: aerei di ricognizione Usa sopra la Baja California
Il nuovo scenario aperto dal presidente Usa: considerare i cartelli messicani come "organizzazioni terroristiche straniere" per dare il via ad un intervento militare
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Trump contro i cartelli messicani: aerei di ricognizione Usa sopra la Baja California
Dopo le recenti polemiche sui dazi, il neoeletto Presidente americano Donald Trump ha aperto un nuovo scenario, che potrebbe aumentare le tensioni con il Messico: recentemente il tycoon repubblicano ha infatti deciso di classificare i cartelli messicani come “organizzazioni terroristiche straniere”. Una mossa inattesa e senza precedenti, che potrebbe portare a un intervento militare diretto degli Stati Uniti in Messico. Un’opzione che, se fosse attuata, presenterebbe da subito diversi ostacoli di natura legale, diplomatica e ovviamente politica. Il Pentagono, fino ad ora, non ha mai intrapreso operazioni su larga scala contro i cartelli messicani, oltre il confine Usa. Tuttavia, questa situazione potrebbe cambiare, qualora la Casa Bianca decidesse di considerare la questione come un problema di sicurezza nazionale.
La giustificazione dell'intervento militare basata sull'Articolo II
A questo proposito, come indicato da Giuseppe Gagliano su InsideOver, il segretario alla Difesa, Pete Hegseth, ha dichiarato che l’opzione di un intervento statunitense resta ancora aperta e, se i cartelli venissero considerati come minaccia diretta agli Stati Uniti, un intervento militare, basato sull'Articolo II della Costituzione o l'Articolo 51 delle Nazioni Unite, potrebbe essere giustificato, sulla base del principio di autodifesa.
Il rischio di ritorsioni in caso di attacco ai narcos
Alcuni analisti ritengono che l'uso di droni possa essere la strategia più efficace a colpire i cartelli, senza coinvolgere direttamente il governo messicano. Tuttavia, questa scelta avrebbe comunque implicazioni pesanti e tutt’altro che marginali: tentare di colpire direttamente i cartelli della droga messicani potrebbe infatti scatenare ritorsioni, anche all’interno del suolo statunitense. Per questo motivo, la presidente messicana Claudia Sheinbaum, ha già avvertito che la sovranità nazionale del Messico circa interventi stranieri non è in alcun modo negoziabile. In questo scenario, è possibile che gli Stati Uniti decidano d’intervenire in nome dell’applicazione del War Powers Act, dove in passato simili azioni hanno riguardato gruppi come Isis e Al-Qaeda, considerati come minaccia globale e diretta. Tuttavia, la designazione di “organizzazioni terroristiche straniere” rivolta ai cartelli, non consente automaticamente azioni militari e un’autorizzazione da parte del Congresso americano, potrebbe essere politicamente azzardata.
E il governo messicano come reagirà?
Al momento, gli Stati Uniti stanno intensificando la sorveglianza aerea, attraverso aerei SIGINT che volano sopra la Baja California, considerata come una delle principali roccaforti dei cartelli. Dunque, un’azione concreta potrebbe essere imminente. Tuttavia, un attacco diretto nel territorio messicano potrebbe innescare un conflitto aperto tra Usa e i cartelli. Per queste ragioni, il punto critico resta la reazione che potrebbe avere il governo messicano. Infatti, sebbene Washington possa offrire sostegno alle forze speciali messicane, il governo di Città del Messico ha già respinto l’idea di un qualsiasi intervento americano. Un’azione unilaterale potrebbe allora avere conseguenze imprevedibili e creare un precedente politico pericoloso.