Esteri
'Trump passerà la vita nei tribunali' dice il Premio Pulitzer Anne Applebaum
Il trumpismo non è morto. Grande lavoro da fare per Joe Biden.
“Dopo quello che è successo il 6 gennaio a Capitol Hill Donald Trump passerà il resto della sua vita davanti ai tribunali, la sua avventura è terminata” è l’opinione dura e decisa della giornalista americana Anne Applebaum in una lunga intervista al prestigioso El Pais. Nell’intervista parla non solo di Trump ma dei nuovi equilibri mondiali e di Russia e Cina.
Con Gulag, il suo primo libro di storia, ha vinto nel 2004 il Premio Pulitzer. La regressione del Cremlino e il suo effetto sull'Europa sono stati oggetto di studio da parte di questo maestro dell'analisi geopolitica. E pure i nuovi populismi e il declino di Trump che, dopo quanto accaduto in Campidoglio, si troverà di fronte ad un futuro non roseo. Che forse lo stesso ex presidente teme visto che continua a pensare a rilasciare una autoimmunità per sé e la propria cerchia familiare. Azione inaudita ma possibile anche se non lo difenderà dai crimini federali come quello dell’evasione di imposte davanti al Tribunale di New York.
Anne Applebaum è una donna forte con opinioni forti. Americana nata a Washington 56 anni fa. Dopo il Pulitzer per le sue ricerche sui Gulag, ha proseguito con 'The Iron Curtain'. La distruzione dell'Europa orientale 1944-1956, seguita dalla carestia rossa. La guerra di Stalin contro l'Ucraina e ora ha affrontato la crisi dello stato di diritto in 'Twilight of Democracy'. Sta vivendo tra gli Stati Uniti e la Polonia, dove ha sposato l'eurodeputato Radoslaw Sikorski.
Interessante la sua opinione su Trump. “Potrebbe essere questa-sostiene la giornalista- la sua fine come figura politica, ma non sarà la fine del trumpismo. Questo resta, di fatto, un fenomeno apolitico. La sua essenza sta nel fatto che costituisce un'alternativa alla realtà, quella in cui ogni difficoltà o problematica sfumata viene cancellata e consente alle persone di vivere in questa costruzione fittizia. Tutto questo sarebbe stato impossibile senza vari media e social network, senza quella cassa di risonanza creata da Fox News e da altre reti di estrema destra, né senza le teorie del complotto che lì hanno avuto terreno fertile. Tutto ciò continuerà ad esistere, la domanda è chi si prenderà cura di riprendere e rimettere in una direzione più equilibrata questo modello”. Un modello che, vale la pena ricordare, è stato ‘votato’ da metà degli americani.
Di questo problema uno degli aspetti che preoccupa la Applebaum è che un gruppo di senatori repubblicani, Ted Cruz o Josh Hawley, che si sono opposti al riconoscimento di Joe Biden come presidente - credano ancora alle teorie complottiste, ai brogli elettorali eche molta gente ancora li stia seguendo.
E tutto questo indebolisce la salute della democrazia. La Applebaum vede evidente questo deficit democratico soprattutto in Russia e Cina che cercano di promuovere la causa dell’autoritarismo in tutto il mondo. La Russia con le sue campagne, anche in internet, di disinformazione e la Cina comperando compagnie straniere o facendo pressione sui Paesi.
“I sistemi democratici-conclude la scrittrice-per la prima volta da anni, vengono sfidati e devono affrontare una concorrenza autoritaria. Stiamo vivendo la più grande trasformazione nell'era dell'informazione dai tempi della stampa. Una trasformazione che incide sui fatti e promuove la disinformazione. E questo cambiamento influenza la politica e la comunicazione, e il modo con cui i cittadini votano e percepiscono i problemi. Ciò ha causato grandi traumi e cambiamenti. Non significa che la democrazia non li supererà. Ha ancora una grande forza per avere successo”.
Per quanto riguarda il nuovo presidente eletto Joe Biden la Applebaum sostiene che ha una grande responsabilità perchè deve riunire un Paese molto polarizzato.
I consigli del Premio Pulitzer a Biden sono semplici “ Ora che abbiamo riacquistato un po’ di sanità mentale, smettiamola di parlare di guerre culturali che non portano da nessuna parte, di questioni che dividono le persone e le fanno arrabbiare. Concentriamoci invece sui problemi reali che dobbiamo risolvere e che influenzano la vita delle persone. I sondaggi mostrano che quando si sensibilizza l'opinione pubblica su alcune questioni urgenti, si accetta che debbano essere risolte e che i cittadini siano coinvolti in tal senso. Quando gli americani sono consapevoli che i principi che li definiscono nel mondo hanno a che fare con la difesa della democrazia, questo non solo li aiuta, ma rafforza anche il resto delle democrazie, e quindi, in ultima analisi, l’intero pianeta”.