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Saranno Russia e Cina a darci il valore della seconda presidenza Trump

Comincia oggi il secondo mandato del tycoon criticato da molti ma atteso da una sfida enorme: riportare serenità in un mondo in guerra

di Andrea Soglio

Saranno Russia e Cina a darci il valore della seconda presidenza Trump

Chiunque sia la persona che entra alla Casa Bianca sa benissimo che non sarà solo il Presidente degli Stati Uniti ma sarà il "difensore", il simbolo del mondo occidentale. Lo è stato Joe Biden fino ad oggi, lo sarà da stasera Donald Trump. Una presidenza attesa, sorprendente, discussa come poche altre. Il tycoon è tornato dopo l'assalto a Capitol Hill, dopo accuse, processi e condanne definitive, vicende che avrebbero distrutto chiunque, non lui, richiamato al ruolo di Comandante supremo da una sorta di plebiscito elettorale con tanto di numero di voti record.

Un mandato forte quello degli elettori che si aspettano tanto. Ma non sarà la politica interna a darci il peso della sua presidenza. Non sarà l'inflazione Usa e nemmeno i dazi, non sarà la questione migranti dal Messico o i diritti civili nel paese a stelle e strisce. Il Presidente Usa è guida e responsabile del mondo, se non tutto di quello occidentale di sicuro.

Ed il quadrienno targato Joe Biden lascia a tutti un mondo in crisi, soffocato da problemi enormi; un insieme di guerre, tensioni, stati di crisi aperti che non si ricordano da decenni. La guerra in Ucraina sembra interminabile, la tregua cominciata ieri a Gaza di certo non ha spento il fuoco della violenza in Medio Oriente, l'Iran è in difficoltà ma prosegue la sua corsa verso le armi nucleari, il mondo arabo è in ebollizione, il terrorismo islamico sul piede di guerra, i flussi migratori crescono, come le barriere per fermarlo. E se mettiamo insieme tutte queste situazioni quello che resta è la difficoltà dell'occidente, il cui ruolo di guida politica (ed anche un po' morale) del mondo è stato messo in discussione dalle superpotenze dell'est: Russia e Cina.

Pechino mai come in questi anni ha tessuto la sua tela economica e militare sul mondo; africa, America del sud, ma anche Europa. A suo di investimenti miliardari Xi Jinping ha preso il controllo di aree da cui si era sempre tenuto lontano, per non parlare di Taiwan, la questione delle questioni, contro cui il Dragone ha messo in campo tutta la sua forza militare per circondare e spaventare la piccola isola indipendentista.

Mosca non è stata poi da meno. Oggi tutti, anche chi lo negava all'inizio, sono concordi nel raccontare che la guerra in Ucraina sia scattata anche perché Vladimir Putin ha colto tre anni fa il momento di debolezza di Biden e dell'Europa.

Ci sono poi i paesi del Brics, nuova realtà geopolitica fatta da nazioni ieri in difficoltà ed oggi emergenti che, in qualche modo, hanno cercato spazio al di fuori da quella che era la considerazione generale. Comunque sia tutti contro il "Sistema Occidente"..

È questa la grande sfida di Trump; regalare a tutti un mondo migliore, con meno guerre e più pace. Per farlo ha deciso, come prima cosa, di portare dalla sua parte il gotha del mondo tech e social, da Bezos a Mark Zuckerberg per non parlare di Elon Musk, partner più che simpatizzante. Gli inizi poi sono incoraggianti e non solo per la tregua a Gaza scattata, non è un caso, a ridosso del suo insediamento. Oggi Putin ha mandato un messaggio di congratulazioin a Trump oltre ad una telefonata che ci riporta all'epoca del "Filo Rosso" tra Washington e Mosca. Mentre Pechino ha inviato alla cerimonia di insediamento il numero 2 del Paese, cosa che non accadeva da tempo.

Donald Trump potrà non piacere, potrà essere antipatico per modi, toni e parole ma è l'unica carta che l'occidente, cioè anche noi, abbiamo da giocarci sullo scacchiere geopolitco mondiale. E quindi dobbiamo se non fare il tifo, quantomeno sperare che ce la faccia.

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