Esteri

Ucraina, i nuovi missili dell’Occidente (diviso) non fermeranno Putin

L'opinione di Massimo Falcioni

Ucraina, i nuovi missili dell’Occidente (diviso) non fermeranno Putin

Anche questa notte di fine maggio e inizio giugno è stata caratterizzata dai bombardamenti russi in molte città dell’Ucraina. Bombardamenti che, pare, non turbano il sonno e la vita normale dei cittadini dell’Europa, in primis dell’Italia, a due passi, ma che continuano da oltre due anni a devastare l’Ucraina, con centinaia di migliaia di morti e feriti e conseguenze negative per le economie di tutto il mondo. 

Dire che la situazione è difficile e che i nodi da sciogliere non sono facili è persino banale. Così come serve poco tornare indietro per individuare i responsabili dell’attuale situazione di caos, ancora più grave per le conseguenze internazionali della guerra in Medio Oriente. 

Oggi, l’unica certezza è che  Putin fa ciò che vuole, deciso a raggiungere il proprio obiettivo politico-ideologico-strategico: prendersi l’Ucraina per poi allungare le sue fauci almeno verso metà Europa, di fatto tornando ai confini post 1945, con la Russia al centro del mondo.  

La scelta dei paesi occidentali, in particolare gli stati membri della Nato, di sostenere l’Ucraina anche inviando armi cercando di isolare la Russia specie con sanzioni economiche, non ha pagato. E non pagherà per il supporto che Putin riceve da mezzo mondo, specie dalla Cina che sorride all’Occidente ma sostiene la Russia, in tutti i modi. E, verosimilmente, non pagherà neppure l’ultima sofferta decisione di USA, Regno Unito, Francia, Germania, Finlandia e Polonia di autorizzare l’Ucraina a utilizzare missili a corto raggio anche fuori dai suoi confini, in territorio russo, da dove Putin fa partire i suoi razzi con le bombe devastanti. 

E’ realistico pensare che adesso gli ucraini possono difendersi con successo a Nord e prevenire lo sfondamento a Sumy? Putin sa che l’Occidente non è poi così unito contro di lui e la sua Russia. Come noto, questa ultima decisione di dare l’ok all’Ucraina per utilizzare missili extra confine, non ha avuto il consenso di altri Paesi Nato, fra cui l’Italia. 

Putin, già a Charkiv, può invadere con le sue truppe e colpire con i suoi missili come gli pare e piace. Gli ucraini possono solo cercare di difendersi in casa senza tentare di fermare quei missili che partono dalla vicina Russia. Dire che adesso, con l’utilizzo di questi nuovi missili, l’Ucraina farà partire il contrattacco decisivo, è una illusione. Peggio, perché questa scelta porta Putin a spingere sull’invasione con più vittime e più devastazioni e a minacciare l’Occidente rimettendo sul tavolo l’uso delle bombe atomiche, a cominciare da quelle cosiddette tattiche (una sola bomba può causare milioni di morti) già schierate in Bielorussia, al confine con l’Ucraina. Dall’epoca della guerra fredda c’è la clausola del “no first-use”, cioè l’impegno a non usare per primi l’arma nucleare, ma questo impegno può essere revocato in qualsiasi momento.  

Da giorni, nelle reti televisive russe si parla di cosa vuol dire usare la bomba atomica e non sono pochi, nel clan putiniano, a volere in Ucraina “una esplosione nucleare dimostrativa”. Il modo di procedere dell’Occidente, a zig-zag, fa capire a Putin la debolezza dei suoi avversari convincendolo, se ce ne fosse ancora bisogno, ad insistere nel suo disegno imperialista, mettendo a rischio la pace mondiale. Così, lo sbocco immediato diventa uno solo. Lasciare a Putin le località ucraine conquistate dal suo esercito invasore. Poi? Poi il rischio è quello di una storia già vista con l’invasione delle truppe di Hitler del 1° settembre 1939 scatenando la seconda guerra mondiale.