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Esteri
Unione Europea più militarista: le spese per la difesa non contano sul deficit

Spese militari? Non conteranno più per il calcolo del deficit dell'Ue

L'Unione Europea è vicina a concordare le disposizioni delle nuove regole fiscali per consentire spese militari aggiuntive in seguito all'invasione dell'Ucraina da parte della Russia. La notizia, riportata per prima da Reuter e messa in evidenza oggi da Il Fatto Quotidiano, è molto rilevante. 

Le regole fiscali dell'UE sostengono la valuta euro utilizzata da 20 nazioni limitando l'indebitamento dei governi. Fissano un tetto massimo per i deficit di bilancio al 3% del PIL e per il debito pubblico al 60% del PIL. La Commissione europea, organo esecutivo del blocco, dovrebbe avviare misure disciplinari contro i Paesi che superano questi limiti. Ma prende corpo l'idea di eliminare le spese militari dal calcolo per il deficit.

Come spiega il Fatto, mentre la spesa per la difesa rimarrebbe comunque parte dei calcoli del deficit, la Commissione classificherebbe tali spese come ‘fat - tori rilevanti’ che le consentirebbero di non avviare alcuna azione disciplinare anche se il limite del 3% fosse superato”. Il 3% è una delle “regole ”del Patto di stabilità e crescita, un dogma inviolabile in realtà superato molte volte. Ma ora si potrebbe violarlo, a patto di sostenere appunto spese militari.

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