Esteri

Usa, molti fanno in modo di far partire in salita l'Amministrazione Trump

di Matteo Castagna

L'ex consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton ha criticato la decisione del presidente eletto Donald Trump di nominare Sebastian Gorka come figura chiave negli sforzi antiterrorismo

Critico accanito delle scelte dell'amministrazione Trump, Bolton non si è trattenuto nell'esprimere la sua disapprovazione per diversi candidati

 

The Daily Wir è un media americano, fondato nel 2015 dall'analista politico Ben Shapiro e dal regista Jeremy Boering. Non è particolarmente gradito a Google, che ha segnalato il nome del suo sito in rosso, però riferisce notizie interessanti e ben documentate, magari sgradevoli per qualche big, ma vere.

L'ex consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton ha criticato la decisione del presidente eletto Donald Trump di nominare Sebastian Gorka come figura chiave negli sforzi antiterrorismo. In un'intervista con Kaitlan Collins della CNN, Bolton ha definito Gorka un "truffatore" e ha espresso le sue preoccupazioni sulla sua idoneità per tale ruolo. "Non lo vorrei in nessun governo degli Stati Uniti", ha affermato Bolton. "Fortunatamente, non è la posizione più alta per cui è stato menzionato, ma non penso che sarà di buon auspicio per gli sforzi antiterrorismo quando il direttore senior del Consiglio per la sicurezza nazionale è qualcuno del genere".

Bolton ha sottolineato l'importanza di non concentrarsi solo sulle nomine di alto livello, ma anche di prestare attenzione alla selezione di vice segretari e sottosegretari. Ha suggerito che queste posizioni sono cruciali, per capire chi guiderà effettivamente il governo. Le sue osservazioni sono arrivate poco dopo che Trump ha annunciato la nomina di Gorka, come vice assistente del presidente e direttore senior per l'antiterrorismo

Il presidente eletto ha elogiato Gorka come "instancabile sostenitore dell'Agenda America First e del Movimento MAGA".

Critico accanito delle scelte dell'amministrazione Trump, Bolton non si è trattenuto nell'esprimere la sua disapprovazione per diversi candidati. Dopo che Trump ha scelto l'ex rappresentante delle Hawaii Tulsi Gabbard come Direttore dell'intelligence nazionale, Bolton ha etichettato la nomina come una delle peggiori finora. Tuttavia, quando l'ex rappresentante Matt Gaetz della Florida è stato nominato a capo del Dipartimento di Giustizia, Bolton ha rivisto la sua valutazione. "Fino a poche ore fa, avrei detto che era la peggiore nomina del Gabinetto nella recente storia americana", ha commentato sulla nomina di Gabbard"Naturalmente, dopo la nomina di Matt Gaetz, ha chiaramente preso il comando su questo punto".

Da allora Matt Gaetz si è ritirato dalla considerazione e Trump ha nominato l'ex procuratore generale della Florida Pam Bondi per la posizione al suo posto.

Durante la sua intervista alla CNN, Bolton ha anche messo in dubbio il background educativo di Gorka e ha suggerito che è necessaria un'indagine completa sui precedenti dell'FBI. Ha teorizzato che la nomina di Gorka si basasse sulla sua incrollabile fedeltà al presidente eletto piuttosto che sulle sue qualifiche. "Non dimostra lealtà. Dimostra fedeltà. Ed è questo che vuole Trump", ha detto Bolton. "Non vuole le opinioni di Gorka. Vuole che Gorka dica, 'Sì, signore'. E sono pienamente convinto che questo è esattamente ciò che accadrà, indipendentemente da ciò che Trump dirà". Bolton ha precedentemente chiesto indagini sia su Gaetz che su Gabbard prima di qualsiasi potenziale procedura di conferma al Senato.

Ma chi è questo signor Bolton, che con tanta solerzia vuole trovare appigli per far guerra al Presidente eletto? 

John Robert Bolton è un politico e avvocato statunitense, ex Rappresentante permanente alle Nazioni Unite. Fu nominato Consigliere per la sicurezza nazionale da Donald Trump, ma licenziato il 10 settembre 2019, benché Bolton abbia sostenuto di aver dato le dimissioni di sua iniziativa.

La prima amministrazione Trump si schierò contro la pubblicazione del suo libro “The room where it happened” perché appariva come la ritorsione di un ex dipendente nei confronti di chi l'aveva allontanato dalle stanze dei bottoni. In America, il National Security Council è un'istituzione che vaglia i libri scritti da ex funzionari di governo, che hanno avuto accesso a informazioni classificate, che sarebbe utile anche in Italia. Esso bloccò per due volte l'uscita del testo.

Il Dipartimento di Giustizia denunciò Bolton perchè decise di proseguire con la pubblicazione senza l’ok del NSC. Il giorno dopo la denuncia, sono uscite le prime rivelazioni del New York Times, Wall Street Journal e Washington Post, sui contenuti del libro, bestseller su Amazon ancor prima di uscire. Bolton parla di un contratto editoriale da 2 milioni di dollari. 

Non solo conferma le pressioni sull’Ucraina da parte di Trump per far partire un’indagine sul figlio di Joe Biden, ma racconta come il presidente abbia chiesto al leader cinese Xi Jinping di aumentare l’acquisto di prodotti agricoli made in Usa per aiutarlo a conquistare i voti degli stati rurali. Dal libro escono poi altre rivelazioni, alcune clamorose (la comprensione mostrata da Trump verso la politica di repressione di Xi Jinping nei confronti della minoranza uigura) e altre imbarazzanti (la domanda del presidente se la Finlandia facesse parte della Russia, o se il Regno Unito avesse la bomba atomica), tutte smentite come bugie dal tycoon.

Pupillo della famiglia Bush, nonostante le iniziali titubanze d'immagine, causate dai lunghi baffoni e dal suo noto carattere difficile, alla fine Trump lo nominò suo terzo consigliere per la sicurezza. Mentre Trump tende verso l’isolazionismo, Bolton crede in una politica estera espansiva, che non esiti a intervenire per difendere gli interessi statunitensi all’estero. Per alcuni analisti il Presidente si tirò il nemico interno in casa. Nella realtà le sue idee erano molto più vicine a quelle della fronda repubblicana neocon che a quelle di Trump.

I due, infatti, si trovarono su posizioni divergenti, in occasione del ritiro delle truppe americane dal Medio Oriente e nei processi di distensione con paesi quali la Corea del Nord e la Russia. Nel giro di un anno la differenza di vedute diventa incolmabile e precipita col divorzio, consensuale o meno, dalla Casa Bianca. The Donald gli affibbiò il nomignolo di “Sick puppy” in cerca di vendetta per esser stato licenziato. Qualche dubbio, effettivamente, il "fuoco amico" di un presunto rosicone lo lascia, dimostrando che la nuova amministrazione che si insedierà a gennaio 2025 dovrà stare attenta non solo alla furia Dem, ma anche ai dissensi interni dei neocons.

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