Esteri

Cina,dai vaccini soldi e geopolitica.Come funziona il piano nel mirino del G20

di Lorenzo Lamperti

Mentre l'Occidente bloccava le esportazioni, Pechino ha inviato oltre 450 milioni di dosi in circa 100 paesi in tutto il mondo

Come funziona la strategia del vaccino cinese

Come già accaduto con le mascherine, Pechino ha saputo agire più rapidamente degli altri. I vaccini autoctoni approvati in Cina sono quattro: due prodotti da Sinopharm, uno da Sinovac e uno da CanSinoBIO. Nonostante la loro efficacia sia in generale più bassa rispetto ai vari Pfizer/BioNTech e Johnson&Johnson, i vaccini cinesi hanno dalla loro un grande vantaggio: la possibilità di essere conservati a temperature da freezer normali. I produttori cinesi affermano di poter garantire almeno 2,6 miliardi di dosi nel 2021. E per mesi le imprese statali e le società private, con il sostegno del governo, hanno messo a punto una catena di approvvigionamento che rende i vaccini cinesi accessibili in tutto il mondo. Lo schema è quasi sempre lo stesso: un primo lotto di sieri arriva in donazione, poi si passa all'esportazione vera e propria.

 

Principali destinatari dei vaccini cinesi sono i cosiddetti paesi del "sud del mondo", quelli a cui Pechino si rivolge con insistenza. Vale a dire i vicini asiatici, ma anche i paesi del Medio Oriente, ovviamente dell'Africa e dell'America Latina. Ma anche in Europa c'è chi inizia ad aprire le porte ai vaccini cinesi. Oltre all'Ungheria e a, forse, la Polonia, il siero di Sinopharm è già distribuito anche in Serbia. 

La chiave utilizzata da Pechino sin dall'inizio è quella della "corsia preferenziale" e del multilateralismo. Sui media cinesi appaiono da diverso tempo molti articoli che criticano il "nazionalismo vaccinale" degli Stati Uniti e dell'occidente, sottolineando al contrario la "responsabilità" di Pechino nel distribuire i suoi sieri senza nessuna preclusione. Un'opportunità geopolitica importante per Xi, che, come ha dimostrato nel suo recente discorso di Davos, tiene molto ad alimentare l'immagine di "potenza responsabile" della Cina e soprattutto di porla al centro della cooperazione sud-sud. 

La sfida sul vaccino è lungi dall'essere solo sanitaria, è anche e soprattutto geopolitica.